Milan, il pugno duro di Gattuso: «Toccato il fondo»

Sabato 28 Aprile 2018 di Salvatore Riggio
Milan, il pugno duro di Gattuso: «Toccato il fondo»
Usa toni duri Rino Gattuso alla vigilia della gara contro il Bologna. La sconfitta con il Benevento a San Siro fa ancora male: «Abbiamo toccato il fondo, giusto annullare i due giorni di riposo. A qualcuno non è andato bene? Me ne sbatto».
 
Benevento. «Dopo quella sconfitta non c’è stato nessun confronto. Abbiamo toccato il fondo, ce ne assumiamo tutte le responsabilità. Non era corretto lasciare a loro i giorni di riposo. Anche io avevo già pronti due giorni di vacanza in Spagna con la famiglia, ma ho stracciato i biglietti e sono rimasto. Ad alcuni è piaciuto, ad altri meno. Ma me ne sbatto».
 
Condizione. «Dopo il Benevento ho detto di non aver visto l’anima e si vedeva che l’interpretazione era pessima, giocavamo da singoli e non da squadra. Da mesi vi dico che questa squadra se non gioca in certi modi, fatica contro chiunque. Siccome i giornalisti li fate voi, sto dicendo cose giuste o sbagliate? Serve organizzazione, quando abbiamo giocato con umiltà abbiamo sempre fatto grandi cose. Noi siamo forti, ci manca qualcosa per crescere ulteriormente, ma siamo giovanissimi e possiamo aprire un ciclo se becchiamo quelle tre o quattro scelte corrette. Serve cambiare in testa, parte tutto dalla testa e dalla mentalità. Ora ci manca questo».
 
Società. «Sono sempre in contatto con me. Come io mi gioco il posto, lo fanno anche tutti quelli presenti sotto il nome Milan. Giusto abbiano ricordato ciò che c’è in palio e cosa, eventualmente, potrebbe succedere».
 
Indiscrezioni. «Mirabelli è già stato tranquillizzato. Massimiliano ha fatto grandissime cose e non è tutto da buttare, sono solo chiacchiere da bar. Il problema è che inizia subito un’altra accusa, poi un’altra ancora, poi un’altra nuovamente. Ecco perché non voglio leggere nulla, lavoro e guardo negli occhi tutta la gente che lavora con me. Io ora voglio solo riportare il club dove merita, a volte non so nemmeno da dove cominciare, ma ci voglio provare e voglio farcela. Se prosegue sempre così però è difficile, quando vincevamo eravamo tutti Brad Pitt mentre ora siamo tutti dei mostri».
 
Formazione. «Noi non ci dobbiamo adattare agli avversari. Dobbiamo giocare da squadra, di reparto, non ognuno come gli gira. Coprire bene il campo, sapere come e cosa fare. Negli ultimi 40 giorni non abbiamo più vinto: se teniamo bene Higuain e poi caliamo contro gente normale, è questione di testa. Gli ultimi anni del Milan non si è mai vinto nel mese di aprile, ma a me non interessa. Troppo facile dire che è sempre stato così, un alibi, io invece la mia faccia ce la metto, il mio bel faccione grosso».
 
Il calo. «Dopo quello che abbiamo fatto, era fisiologico. Ora, però, non possiamo stare fermi a pensare e non possiamo fare esperimenti. Siamo in mezzo alla lotta e la spina non si può staccare».
 
Le pressioni. «Quando alleni il Milan, ci saranno sempre. Ci giochiamo tanto, le chiacchiere da bar ci portano solo all’Inferno. Lavoriamo, poi se a fine stagione non gli vado bene allora mi lasceranno a casa. Tutti saremo giudicati, ma farci del male ora non serve a nulla».
 
Atteggiamento. «Le migliori gare le abbiamo fatte chiudendo e affrontando in velocità. Ora in attacco facciamo il solletico agli avversari».
 
Delusione. «No, sono incazzato. Non vinciamo da 40 giorni e venire qui con il sorriso da ebete sarebbe irrispettoso per tutti. Non posso venire qui a raccontare le barzellette. A Milanello non pettino le bambole».
Ultimo aggiornamento: 15:56
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