Russia 2018, la Germania va sotto processo

Venerdì 29 Giugno 2018 di Federico Lo Giudice
Loew
Una disfatta epocale. Da ogni punto di vista. La missione tedesca in terra russa, che aveva come obiettivo quello della difesa del titolo conquistato quattro anni fa in Brasile, si è rivelata un vero fallimento.

 

Il nefasto pomeriggio di Kazan ha solo ribadito quello che si era intuito dopo l’esordio, con sconfitta, con il Messico: il ciclo d’oro della Nationalmannschaft era al capolinea. La vittoria in extremis con la Svezia aveva solo allungato l’agonia di una squadra che da parecchio tempo aveva mostrato di aver perso i cardini su quali aveva costruito le sue fortune: condizione atletica, strategia e fiducia. L’ha confermato lo stesso Mats Hummels, uno degli uomini simbolo della nazionale tedesca, pochi minuti dopo il termine del match con la Corea del Sud. «L’ultima gara in cui abbiamo fornito una buona prestazione è stata nell’autunno del 2017 e qualcosa da allora in poi non ha più funzionato come avrebbe dovuto».

GELO
Un fallimento che resterà per sempre nella memoria tedesca visto che per la prima volta nella sua storia la Germania è uscita nei gironi della prima fase. Un’onta che dovrà trovare un colpevole. La Bild ieri è uscita con “Senza parole”, titolo di prima pagina che è lo stesso utilizzato quattro anni fa dopo lo strabiliante 7-1 inflitto al Brasile. Due parole che hanno descritto in modo perfetto lo stato d’animo di un’intera nazione che ora, ricalcando il pensiero di tutti i media, chiede a gran voce le dimissioni del ct Löw indicato come principale e unico responsabile della disfatta mondiale. Accuse dalle quali il ct non si sottratto. Ieri, poco dopo il rientro della squadra a Francoforte, si è presentato alla conferenza stampa indetta dalla Dfb per rispondere alle domande ed esporre il suo pensiero. «La squadra, ha deto Löw, non ha mai mostrato le sue reali qualità e potenzialità. Io sono l’allenatore e, ovviamente, la responsabilità principale di quanto accaduto è mia. Ora è il momento di analizzare i nostri errori e pensare a come non commetterli più. Questo significherà prendere delle decisioni e fare di conseguenza dei cambiamenti. Il mio futuro? Ci sono logicamente molti motivi per cui dovrei dimettermi. Per questo incontrerò la dirigenza della federazione con la quale mi confronterò e affronterò determinati discorsi. Ma per farlo ci vorrà ancora un po’ di tempo. Solo dopo prenderemo una decisione». 
Confronto che consisterà principalmente nel trovare la formula migliore e più economica per rescindere il suo contratto che lo scorso maggio era stato rinnovato sino al 2022. Ipotesi che è stata confermata anche dalle parole di Reinhard Grindel, cioè il presidente della federazione tedesca. «Nel corso della prossima settimana analizzeremo quanto accaduto e dopo attenderò la decisione del nostro commissario tecnico riguardo al suo futuro»”. 

POLEMICHE
Quello che è certo è che insieme al ct saluteranno la Nationalmammschaft molti dei giocatori che hanno fatto parte della spedizione in Russia. Uno di questi sarà Mesut Özil,diventato il protagonista del dibattito politico in Germania per la foto, scattata insieme al compagno Gündogan, con il premier turco Erdogan. Uno scatto che ha provocato, come due anni fa, la reazione dell’estrema destra contro il giocatore di origini turche. «Senza Özil avremmo vinto. La Nazionale torni tedesca», sono i contenuti dei cinguettii dell’assessore berlinese Jessica Biessman e del deputato Jens Maier di Alternative für Deutschland. Un attacco quella di AfD che ha poco a che fare con l’eliminazione della nazionale dalla coppa del mondo, ma ha come obiettivo la cancelliera Angela Merkel e le sue scelte politiche riguardo alla questione profughi. 
Ultimo aggiornamento: 13:36
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci