Roma, Dzeko il gol e il sorriso ritrovato

Venerdì 1 Dicembre 2017 di Alessandro Angeloni
Roma, Dzeko il gol e il sorriso ritrovato
Il gol non gli mancava per niente. Nooooo, e chi ci ha mai creduto? Non si sarebbe chiamato "centravanti", se il gol non gli mancasse e non gli fosse mancato. Al centravanti, il gol, quando non arriva manca, giusto ammetterlo e ribadirlo. Uno si sveglia la mattina e decide di fare il centravanti perché nella testa ha il gol. Eccome se manca, insomma. Poi a noi piace tanto parlare dell'attaccante che gioca per la squadra, che si mette a disposizione, che si sbatte per gli altri, che sporca i palloni, che pressa. Sì, tutto giusto, ma poi il gol è la luce. Edin Dzeko lo ha ritrovato, e con lui è tornato il sorriso, anche quando, quel gol, gli è capitato di sbagliarlo amaramente contro la Spal. La rabbia nel tiro che ha toccato il palo e poi è finito nella rete si è notata, così come nel finale lo stesso bisniaco sarebbe voluto andare direttamente nello spogliatoio quando è arrivato tardi all'appuntamento con la doppietta sull'assist di Gerson. 

Quando nel primo tempo si è gonfiata la rete, Edin ha esultato come se volesse dire "era ora". Era ora sì. Perché poi è più facile azzardare un colpo di tacco, riprovare una giocata complicata, perché intanto un gol lo hai fatto e quel gol ha aperto le strade alla vittoria della Roma. Poi si pensa a farne altri e si inseguono come il primo. Ma niente, la serata finisce lì. Si porta dentro il primo, quello che ha cominciato la vittoria. Come quello realizzato al Milan, l'ultimo in campionato prima del ritorno al gol con la Spal, che ha caricato la squadra e l'ha condotta al successo a San Siro. Il gol, un compagno di viaggio, che l'anno scorso lo ha scortato per 39 volte, e che ora lo ha assistito solo in 11 occasioni (otto in campionato e tre in Champions). La Roma non ha bisogno dei gol di Dzeko, perché anche quando Edin non ha segnato (Genoa a parte) la squadra ha portato comunque a casa i tre punti. La Roma ha bisogno di Dzeko, quello vero, quello che combatte, fa assist e si sente decisivo. Perché uno non sceglie di fare il centravanti come quello che insegue il posto fisso. Uno fa il centravanti per vocazione. E per il gol. La luce.  
Ultimo aggiornamento: 21:29
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