Spal-Atalanta 1-1: apre Cionek, pareggia De Roon, il punto serve solo a Semplici

Sabato 7 Aprile 2018
Spal-Atalanta 1-1: apre Cionek, pareggia De Roon, il punto serve solo a Semplici
La Spal perde 2 punti nel finale, quando accarezzava l’idea di salvarsi persino in anticipo e sarebbe stato incredibile, per quanto visto per due terzi di stagione. Ferrara è comunque a 10 punti in 6, contro i 17 in 25, da retrocessione sicura. In questo periodo della stagione la lotta per la sovravvivenza spesso ha il sopravvento sull’Europa, invece l’Atalanta al Mazza riscatta la caduta con la Sampdoria, con questo 1-1.

Leonardo Semplici è fra i 3 superstiti laggiù, assieme a Maran, ripartito in tempo con il Chievo e comunque sempre largamente salvo, da inizio stagione, e a Pecchia. Resta l’abisso fra il tecnico toscano e il rendimento del Verona, quasi sempre lontano dalla quartultima posizione. Semplici subentrò in C, salvò, fu promosso, altra promozione in B, sempre con iudicio. Serenità, consapevolezza di limiti e mezzi, i rinforzi giusti, tipo Thiago Cionek, fra gli innesti invernali. Questa possibile salvezza alla famiglia Colombarini costerebbe 32-33 milioni, fonte Simone, diretta, nostra, e qua si aprirebbe un ciclo, simil grande Spal, di mezzo secolo fa. Semplici a lungo è stato troppo difensivo, da due mesi ha dovuto farsi ardimentoso, è anche fortunato perchè al 25’ Gomez coglie il palo con il destro a giro, Freuler insacca ma in fuorigioco. Il gol avvicina salvezza prima dell’intervallo, punizione di Viviani, mago dei calci piazzati, spesso distratto sulle palle perse, e stacco del brasilian-polacco. Lì si pensa subito che i nerazzurri avranno poche chances di riprendere il punto, perchè la Spal è maestra nel controgioco, si è visto con la Juve e l’Inter, bloccate sul pari. Non sbaglia dalla disfatta con il Milan, allora sembrava spacciata, adesso sta infinitamente meglio di Crotone e Verona. Gasperini faticherà comunque, a confermare l’Europa, dal quarto posto della scorsa primavera può scendere all’9°, la Sampdoria complessivamente è stata più spettacolare, senza l’Euroleague, mentre la Fiorentina vola. 

La Spal si accende all’improvviso, sulla traversa da fuori di Federico Viviani, forse il miglior stoccatore dalla distanza del calcio italiano. E’ Barrow, entrato a metà ripresa per Palomino, a spaventare i tifosi emiliani, Meret para. A 12’ dalla fine la trattenuta di Costa su Gomez, non particolarmente decisa, Damato fischia e De Roon trasforma. Fra i fischi dei tifosi di casa, ma in fondo anche con il Var una matricola può pagare qualcosa, sul piano arbitrale. Il pari è comunque accettabile.

La realtà è che Salamon in biancazzurro è giocatore vero, non era da Milan, Felipe fra Udine, Cesena e Parma si faceva ricordare per gli errori, adesso sbaglia meno.
I 5 di centrocampo sono qualità e quantità, piacciono sulle fasce i veneti Manuel Lazzari (“colombarino” dalla C2, dalla Giacomense, di Masi San Giacomo) e Filippo Costa, Grassi è tosto come quando si rivelò all’Atalanta, il problema è Kurtic che si estrania un po’. Paloschi e Antenucci sono veterani, come presenze da professionista, c’è anche una buona panchina. Neppure le seconde linee orobiche sono male, con Mancini e Palomino, Gosens e il 19enne gambiano Musa Barrow. Il gasperinismo è sempre gradevole e giustamente nazionalizzabile, a Ferrara è stato anche pragmatico. Semplicistico, insomma. Già, la semplicità dei Semplici. Comunque più sulla via della salvezza Ferrara che Bergamo della permanenza in Europa.


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Ultimo aggiornamento: 20:23
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