La sua vita è cambiata da quel tragico 17 aprile del 2019. Ora le giornate di Gabriele Marchetti sono una routine fatta di noia e ore che non passano perché non può far nulla, nessuna attività. «Sono completamente privo di autonomia», con queste parole Marchetti racconta la sua "seconda vita" dopo l'incidente avvenuto a "Ciao Darwin" nel gioco dei rulli del Gendorme, che lo ha lasciato paralizzato. Sono passati tre anni e come spiega Gabriele, al Corriere della Sera, «ora sono senza autonomia e dipendo totalmente da mia moglie e mio figlio per ogni atto quotidiano».
Gabriele Marchetti: il ricordo di quel tragico giorno
Aveva partecipato al programma per vivere un'esperienza nuova. «Avevo condiviso, come sempre, con Simone e Sabrina quest’avventura. Pensavo di passare una serata diversa e divertirmi». Ma le cose sono andate diversamente e lui non ha dimenticato un solo istante di quei momenti.
«Ero finito in acqua a testa in giù, con le gambe rannicchiate e le braccia raccolte – racconta nella sua intervista fiume - Pensavo che sarei affogato perché non riuscivo a muovere nulla. Poi ho sentito i soccorritori». Non ricorda piu' nulla Gabriele che quando ha riaperto gli occhi ha ricevuto la notizia che mai si sarebbe aspettato di ricevere, un verdetto difficile da accettare: sarebbe rimasto tetraplegico, per sempre. «Per me è stato il crollo totale». Non sapeva come affrontare questa notizia Marchetti. «Mi sono sentito disperato, come i miei familiari poiché ci siamo ritrovati da un giorno all’altro con la vita completamente stravolta».
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L'"accusa" al conduttore
Nonostante siano passati tre anni Gabriele confessa che Paolo Bonolis non lo ha mai cercato. «Non mi ha mai cercato per sapere come sto. Neanche persone a lui vicine mi hanno mai contattato». Inizialmente alcuni della produzione racconta si sono fatti sentire telefonicamente rendendosi disponibili per ogni necessità «poi però non ci sono stati altri contatti»
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Le indagini
I rulli sui cui è caduto Marchetti sono ora al centro del processo a quattro dirigenti, accusati dal pm Alessia Miele di lesioni gravissime perché la loro superficie sarebbe stata resa «scivolosa» per rendere più difficoltosa la prova.