Omicidio Cerciello Rega, assolto in appello il carabiniere che bendò Hjorth in caserma

La motivazione: “Il fatto non costituisce reato”

Venerdì 26 Aprile 2024
Omicidio Cerciello Rega, assolto in appello il carabiniere che bendò Hjorth in caserma

«Il fatto non costituisce reato». Con questa formula i giudici di appello di Roma hanno assolto, ribaltando il verdetto di primo grado, il maresciallo dei Carabinieri Fabio Manganaro, imputato per il bendaggio di Christian Natale Hjorth, uno degli americani accusato dell'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega.

In primo grado Manganaro era stato condannato a due mesi per l'accusa di misura di rigore non consentita dalla legge. La foto del giovane americano con gli occhi bendati e il capo chino fece il giro del mondo. Il giovane era stato fermato e portato nella caserma di via In Selci nelle ore successive alla tragica aggressione di Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate in una strada della Capitale nel luglio del 2019, assieme a Finnegan Lee Elder.

Le motivazioni

Nelle motivazioni della sentenza di primo grado il giudice monocratico affermò che la misura adottata dal sottufficiale «non è espressamente prevista dalla disposizione di legge» e quindi rappresenta «una assoluta anomalia» su cui «non si possono nutrirsi dubbi di sorta». Il tribunale aggiunse di non «riuscire a comprendere bene la relazione tra il bendaggio - si legge nelle motivazioni - di un individuo e la necessità di tranquillizzarlo ritenendo che, a differenza di quanto avviene per gli uccelli rapaci quando vengono privati degli stimoli visivi, un essere umano appena aggredito con quelle modalità dovrebbe, all'esatto contrario, agitarsi molto di più non potendo nemmeno vedere se qualcuno si appresta a colpirlo e da che punto arriva la minaccia (e del resto lo stesso Manganaro ha dichiarato anche di avergli coperto gli occhi ... per disorientarlo)".

Omicidio Cerciello Rega, appello bis per gli americani. Il pg: «Entrambi colpevoli». Per Finnegan Elder “sconto” di tre mesi

La sentenza di secondo grado smonta, però, questo impianto accusatorio. Il difensore dell'imputato, l'avvocato Roberto De Vita, ha commentato affermando che questa decisione «ristabilisce quella fiducia verso la giustizia che le conclusioni del pm in primo grado e con la sentenza del giudice monocratico si era smarrita». Il 10 aprile scorso, intanto, il pg della corte di appello capitolina ha chiesto una condanna a 23 anni e 9 mesi per Finnegan e a 23 anni Hjorth, nell'ambito del processo di appello bis disposto dalla Cassazione. In particolare i supremi giudici avevano annullato per Elder la condanna a 24 anni con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per Hjorth, che era stato condannato a 22 anni, l'annullamento con rinvio riguarda l'accusa di concorso in omicidio.

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci