Prete cappellano portava droga in carcere, arrestato. Don Maurizio Verlezza fermato dalla penitenziaria con le dosi in un pacco

Velletri, il religioso nascondeva 1 kg di marijuana, 50 grammi di cocaina e due cellulari

Venerdì 10 Maggio 2024 di Karen Leonardi
Prete cappellano portava droga in carcere, arrestato. Don Maurizio Verlezza fermato dalla penitenziaria con le dosi in un pacco

Doveva essere un pacco contenente il necessario per i detenuti, invece all’interno c’era droga. Tanta. Lo stupore della polizia penitenziaria è stato enorme quando ha scoperto che a introdurre tra le mura carcerarie la sostanza stupefacente era chi doveva fornire assistenza spirituale e favorire il reinserimento sociale.

A portarla all’interno del carcere di Velletri sarebbe stato, infatti, proprio il cappellano della casa circondariale, un sacerdote di 63 anni, parroco dell’Istituto Salesiano di Genzano. A finire in manette, è stato Maurizio Verlezza, parroco del centro religioso di via Mazzini e direttore dell’oratorio Don Bosco, figura nota sull’intero territorio nazionale per la sua attività svolta nel campo del volontariato.

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Don Maurizio Verlezza fermato

Don Maurizio, divenuto di recente curato della struttura di reclusione veliterna, è stato trovato in possesso di quasi un chilo di marijuana, oltre cinquanta grammi di cocaina e, dopo la perquisizione nel suo appartamento all'interno della struttura salesiana dei Castelli, anche di una somma ingente di denaro.

Nel pacco, accuratamente nascosto tra indumenti e oggetti di igiene personale, gli agenti hanno rinvenuto anche due smartphone, sequestrati dalla sicurezza, che sarebbero stati probabilmente utilizzati per comunicare con l’esterno. L’arresto del religioso, 63 anni, ha sconvolto la comunità di fedeli genzanese che da anni lo ritiene un saldo punto di riferimento, tanto che c’è incredulità e nessuna voglia di commentare.

PAESE SOTTO CHOC

Dopo i controlli è stata disposta, come è prassi, una perquisizione a casa del parroco: nell’istituto religioso sono stati trovati e sequestrati oltre ventimila euro in contanti, nascosti nell’alloggio occupato dal prete, in passato a capo della chiesa San Marco di Latina. La figura del cappellano negli istituti penitenziari rientra nel trattamento rieducativo in quanto garantisce il sentimento religioso di ciascuno recluso: per legge esercita il diritto di visita in ogni cella senza essere accompagnato dagli agenti, proprio per garantire la massima riservatezza sia durante il sacramento che nel corso del colloquio con il detenuto. L'operazione della polizia penitenziaria rientra nelle attività di indagini in carcere, dove in precedenza era stata introdotta droga da parte di una mamma in visita al figlio detenuto: la donna era stata scoperta e arrestata. Il sacerdote è stato portato in carcere in attesa di essere ascoltato dall’autorità giudiziaria di Velletri.

I PRECEDENTI

Non è il primo caso di cappellani coinvolti in scandali simili: due anni fa in Sicilia venne arrestato un francescano che, tra l'altro, prima di indossare l'abito talare, era stato carabiniere. Qualche giorno fa un prete straniero, Milan Palkovic, 58 anni, in visita a Roma con un gruppo di connazionali, era stato bloccato dagli agenti di polizia di Stato in piazza San Pietro con una pistola ad aria compressa (carica) insieme con un cacciavite e un taglierino. Il religioso aveva tentato di giustificarsi, ma non era stato creduto dai poliziotti del commissariato Borgo, che lo hanno denunciato a piede libero. Ma gli investigatori sospettano che in realtà il borsello con la pistola appartenesse a uno dei pellegrini sul quale sono stati eseguiti accertamenti per capire meglio quanto avvenuto. Il sospetto è che il vero proprietario dello zaino e di quanto contenuto fosse il turista che stava accanto al religioso e che potrebbe averlo dato al sacerdote per eludere i controlli di sicurezza all'interno delle mura vaticane.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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