«Solo il 30 per cento dei droni FPV russi raggiungono le aree target previste, Gli altri cadono subito dopo Lastochkyne o addirittura durante il decollo e vengono soppressi dalla nostra guerra elettronica».
La sigla Fpv significa First Person View e fa riferimento a quei droni che vengono utilizzati con la possibilitù di vedere ciò che c'è intorno da parte dell'operatore che resta a terra e lo guida. La Russia li sta usando in Ucraina ma al contempo si affida anche alla Ew (electronic warfare), la guerra elettronica, che ha lo scopo di interferire sulle comunicazioni dell'esercito nemico, di disturbare la guida dei droni alterando i segnali dei satelliti che dirigono i veicoli senza equipaggio. Droni ed Ew ormai hanno un ruolo chiave nelle guerre moderne. Il problema, secondo questo blogger, è che spesso le operazioni di disturbo russe coinvolgono anche i droni "amici", vale a dire quelli utilizzati dall'esercito della Federazione.
Un'analisi di Newsweek osserva citando un altro "war blogger" russo: «Le truppe di Kiev stanno già cambiando frequenze dei droni e ordinando la produzione industriale con questo parametro modificato da fabbriche straniere». Ma la scarsa collaborazione che c'è nell'esercito russo tra chi è impiegato nella guerra elettronica e chi invece governa i droni, secondo Newsweek, ha un effetto indesiderato per Mosca: le azioni di disturbo si stanno trasformando in un autogol tanto che solo il 30 per cento dei droni Fpv raggiunge il bersaglio.