Ayrton Senna, 25 anni senza Magic: ma il mito sopravvive ancora

Mercoledì 1 Maggio 2019 di Cristiano Chiavegato
Ayrton Senna, 25 anni senza Magic: ma il mito sopravvive ancora
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Un quarto di secolo. È passato tanto tempo, ma sembra ieri. La morte di Ayrton Senna, avvenuta il 1 maggio del 1994 a Imola. Venticinque anni fa, quello della festa dei lavoratori fu un weekend terribile. Nessuno poteva pensare che in epoca moderna, con la auto più sicure, un giorno dopo l’altro sarebbero morti due piloti? Prima Ratzenberger, nelle prove, poi in corsa Ayrton, con cui avevo un rapporto speciale. Non un’amicizia stretta, ma un certo feeling, nato da un paio di cene insieme.

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Il suo debutto in Brasile con la Toleman nell’84 fu subito di quelli che non si potevano notare. Lo stile, la cura della persona, il modo di guardare la sua macchina e quegli occhi che ti puntavano diritto al volto. Si capì subito che era speciale, cosa che dimostrò alla sesta gara, il GP di Monaco, quando con laToleman, una monoposto di seconda categoria, conquistò il secondo posto alle spalle di Prost, il francese favorito dalla decisione del direttore di gara Jacky Ickx di interrompere la competizione al 31° giro per la pioggia. 
 



Da allora le imprese di Ayrton affascinarono. Era un pilota straordinario, l’unico che a quei tempi all’ultimo istante, nel giro finale a vita perduta, in qualificazione bruciava tutti i rivali. Bisognava aspettarlo per avere la griglia di partenza. Per questo motivo venne soprannominato «Magic» e conquistò il cuore di milioni di tifosi in tutto il mondo. In quel senso, per me e per altri, è stato il migliore di tutti.
Senna non era un pilota e neppure un personaggio facile. Voleva soltanto vincere. L’epica sfida con Prost mise alla luce una rivalità quasi violenta, da una parte e dall’altra. Due stagioni da compagni di squadra vissuti con odio e vendette. Ayrton a Suzuka, quando ebbe il primo scontro con Alain alla partenza disse: «Hanno cercato di fregarmi, dandomi il posto sbagliato sulla griglia. Se Prost riesce a partire in testa, alla prima curva io non mollo. Sarà meglio che non si trovi davanti a me alla prima curva, perché non ce la farà. Ed è proprio andata così».
 
Carattere non sempre facile, non le mandava a dire ai giornalisti. Io stesso ebbi un litigio con il campione brasiliano. Mi affrontò e mi accusò: «Hai scritto di me cose non vere». Non ci parlammo più per lungo tempo. Rimasi stupito da quella reazione. Ma nella primavera del ‘93 lo incontrai a Montecarlo e mi fermò dicendomi: «Ho saputo che quell’articolo non era tuo». Per farsi perdonare, si sfilò l’orologio che aveva al polso e me lo regalò. Ora, ogni volta che lo guardo, penso va a quella maledetta macchia di sangue sull’asfalto di Imola di 25 anni fa. 

IL SENNA DAY.
A Imola via dalle ore 10 con alcun incontri-conferenze, mostre fotografiche ed esposizione delle sue vetture. Poi, dopo le 14 sarà aperta la pista per tributare l’omaggio al campione.

Ultimo aggiornamento: 19:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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