Padova. Esplosione alle Acciaierie Venete, il terrore degli operai: «Una bomba, investiti da schizzi incandescenti»

I testimoni: «Sembrava l’apocalisse, polvere nera e residui ovunque». Il presidente del consiglio di amministrazione di Acciaierie Venete è Alessandro Banzato

Sabato 28 Ottobre 2023 di Luisa Morbiato
Acciaierie Venete

PADOVAIl luogo dell’esplosione, da chi ha potuto osservarlo poco dopo l’accaduto, è stato descritto così: «Sembrava l’apocalisse, polvere nera e residui ovunque». Gli operai di Acciaierie Venete da ieri poco dopo le 13 sono sotto choc. Nelle loro menti è riaffiorato il ricordo del tragico incidente del 13 maggio di cinque anni fa, costato la vita a due loro colleghi.

Gli operai

«Abbiamo sentito un’esplosione fortissima, lo scoppio di una bomba, io ero a circa 70 metri di distanza perché sono in un altro reparto, il pensiero è subito corso agli operai che lavorano li - ha raccontato Fausto Cipriotto - è stato uno choc fortissimo, si tratta di colleghi con anni di esperienza alle spalle. Dei tre il più grave è stato investito oltre che dall’onda d’urto da schizzi di acciaio e altro materiale incandescente, lavorava all’esterno. Più lievi le ferite dei due che erano all’interno della cabina». L’operaio in prognosi riservata è un bosniaco di 49 anni, i feriti lievi sono un padovano di 48 ed un moldavo di 39 anni. «Qualche anno fa quando accadde l‘incidente in cui morirono un paio di colleghi il boato che avevamo sentito era più leggero - ha continua Cipriotto riferendosi al tragico incidente del maggio del 2018 - da cinque anni fa ad oggi, l’azienda ha assunto altri provvedimenti per rendere più sicuro il lavoro. Sono stati fatti, si deve ammetterlo, grandi passi in avanti in tema di misure di sicurezza. Lavoro per Acciaiere Venete da 34 anni e il miglioramento si è visto. Credo che quanto accaduto non abbia nulla a che fare col precedente incidente quando si ruppe un gancio e la siviera piena di acciaio fuso cadde uccidendo un collega e ferendone altri. Questa volta si è trattato di una vera e propria esplosione». Diversi i volti cupi e poca voglia di parlare tra gli operai che sono usciti dall’azienda terminato l’orario di lavoro. Tangibile era la paura di avere vissuto a un altro incidente sul lavoro. Qualcuno, a mezza voce, si è limitato a parlare di un enorme botto. «Si lavora sempre in sicurezza che è anche migliorata - ha commentato Cosimo Grassi - tutti abbiamo sentito l’esplosione, un botto fortissimo, un vero boato. Io lavoro in un altro reparto l’azienda è molto grande. Sappiamo solo che ci sono dei feriti, uno grave, abbiamo visto arrivare le ambulanze e i vigili del fuoco. Ovviamente ci siamo subito preoccupati, abbiamo visto i colleghi uscire dal reparto che è stato immediatamente chiuso».

L'esplosione

La deflagrazione è avvenuta poco dopo le 13 di ieri, nella sezione della lavorazione e fusione dell’acciaio. Dai primi riscontri sembra che dalla vasca che raccoglie la colata delle scorie, acciaio e altro materiale, in quel momento arrivate a temperatura di fusione sia esondato dell’acciaio fuso. Si tratta infatti di una vasca basculante che col movimento raccoglie anche le parti metalliche del fondo per portare tutto a fusione. Il materiale incandescente fuoriuscito dalla vasca è caduto sul pavimento dove c’era dell’acqua che, entrando in contatto con quanto tracimato, ha dato vita ad un’esplosione senza fiamme, ma originando una fortissima onda d’urto che ha investito i tre operai al lavoro. Uno di loro, quello che si trovava all’esterno della cabina dove invece operavano i due colleghi, è stato travolto non solo dalla potente onda d’urto, ma anche da schizzi di metallo fuso. L’uomo ha riportato ustioni e fratture. Subito in riviera Francia sono intervenuti i tecnici dello Spisal e la polizia allertata dal Suem dal 118 già sul posto. In azienda anche gli uomini della Scientifica, tutti al lavoro per verificare la sicurezza dell’impianto e capire cosa sia accaduto. Tra le ipotesi, tutte da verificare, anche quella che l’acqua presente sul pavimento del reparto, definito il più pericoloso dell’intero ciclo di produzione, sia penetrata da una infiltrazione sul tetto a causa delle recenti precipitazioni. Per eseguire gli accertamenti si è dovuto attendere il raffreddamento dell’impianto, nel reparto che è stato chiuso immediatamente, sono impiegati 30 lavoratori che si sono riuniti in assemblea. 

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Ultimo aggiornamento: 18:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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