PADOVA - «I nostri istituti comprensivi sono già stati riorganizzati, l’anno prossimo, invece, bisognerà fare una riflessione se chiudere o meno alcune scuole».
LA SITUAZIONE
La scorsa primavera, per esempio, sono state pubblicate le graduatorie per le scuole dell’infanzia comunali per anno scolastico che è iniziato a settembre. Sono pervenute 279 domande su 303 posti disponibili. I posti assegnati sono stati 266. Non è stato possibile assegnare tutti i posti in quanto per cinque scuole (Cremonese, Il mago di Oz, Sant’Osvaldo, San Lorenzo da Brindisi e Wollemborg) sono pervenute meno domande rispetto ai posti disponibili. E anche per le primarie le medie le prospettive non sono floride.
Anche in città, dunque, c’è il rischio di dover accorpare gli istituti comprensivi? «Da questo punto di vista – ha rassicurato ieri Piva – non ci sono problemi. Già qualche anno fa, abbiamo provveduto ad una riorganizzazione in questo senso passando da 14 a 13 istituti comprensivi. Detto questo, ora sarà necessario attendere le iscrizioni al prossimo anno scolastico per poi fare un ragionamento sulle singole scuole».
«Mi spiego meglio – ha aggiunto l’esponente del Partito democratico – in città sono presenti degli istituti scolastici con pochissimi iscritti che, in molti casi, sono costretti a ricorrere alle pluriclassi. Ecco, va fatto un ragionamento se abbia o no senso, continuare a tenere aperte queste strutture. Si tratta di scuole che non garantiscano condizioni ottimali per le attività didattiche e che, anche dal punto di vista economico, sono troppo dispendiose rispetto ai bambini che la frequentano».
DE AMICIS
Da questo punto di vista, è emblematica la situazione della primaria De Amicis in via Citolo da Perugia a due passi da piazza Mazzini. Quest’anno gli iscritti alla scuola sono stati appena 26. Anche se in maniera più sfumata, in città ci sono altre scuole che devono fare i conti con la mancanza di bambini. Alla primaria Luzzati di Salboro in prima si sono registrate 8 iscrizioni e in terza 10. In questo quadro piuttosto fosco, però, ci sono delle eccezioni. Alla Salvo d’Acquisto all’Arcella quest’anno ci sono state 216 iscrizioni. È arrivata addirittura a quota 227 l’Ardigò di via Agnusdei. In tutti i casi, in 10 anni le scuole primarie sono destinate a perdere 750 bambini.
Il settore Scuola di palazzo Moroni, infatti, l’anno scorso ha calcolato che nell’arco di tempo compreso tra il 2015 e il 2025 solo le primarie perderanno il 10% dei loro iscritti. Si registra un forte calo delle nascite corrispondente a più di un dimezzamento nei ventenni 1981-2000 e 2001- 2020. Tre anni fa, infatti non si è andati oltre quota 1.332 nuovi nati.