Pordenone calcio, i dubbi dei giudici: il piano non è completo, nuove inchieste a Lovisa e chiarezza anche sui pagamenti

Martedì 17 Ottobre 2023 di G.P.
Tifosi del Pordenone calcio

PORDENONE - La documentazione non basta. E, soprattutto, alcuni passaggi relativi ai pagamenti dei creditori dovranno essere esposti con maggior chiarezza. Il Tribunale di Pordenone, sulla scorta delle osservazioni del commissario giudiziale Gianluca Vidal, ieri ha notificato una richiesta di integrazioni al pool di legali che si sta occupando dell’istanza di concordato in continuità presentata dal Pordenone calcio srl per evitare il fallimento. La richiesta, adottata in camera di consiglio dopo gli aggiornamenti comunicati dal giudice delegato Roberta Bolzoni, porta la firma del presidente Lanfranco Maria Tenaglia. Gli avvocati Roberto Casucci e Bruno Malattia avranno quindici giorni di tempo, entro il 31 ottobre, per fornire una risposta e depositare ulteriore documentazione. Dopodiché partirà il conto alla rovescia. In caso di mancata ammissione alla procedura concorsuale, la liquidazione giudiziale, ovvero il fallimento, sarà inevitabile.

LA MATRICOLA

Nel frattempo il club ha ottenuto dalla Figc regionale l’affiliazione per il mantenimento della matricola che garantirebbe una eventuale ripartenza dall’attività di base (Primi calci e Piccoli amici). Sono giorni caldi per tutto il popolo ramarro. Questa situazione di limbo che si è venuta a creare, sembra proprio non andare giù alla frangia più appassionata che non ha più una squadra da seguire e tifare. È tornato a farsi sentire attraverso i suoi canali social il fan club Pn Neroverde 2020: «Continua a (non) tenere banco la questione giudiziaria del Pordenone Calcio, società in coma ormai irreversibile - inizia la nota del club - Il Tribunale ancora non si esprime e riguardando indietro ci fanno ridere le deadline vissute questa estate tra grigliate, bagni e serate afose. 20 giugno, 20 agosto, inizio settembre, questione di settimane, questioni di giorni.

Non si sa niente e il silenzio é ormai divenuto imbarazzante. Lovisa avrebbe tentato un accordo non andato a buon fine per la chiusura della vertenza con gli ex-dipendenti. Le voci si sono accavallate: un giocatore non vuole firmare per ripicca, i giocatori erano tre, i senatori avrebbero convinto tutti ad accettare il piano...».

VOGLIA DI VERITÀ

E proseguono: «Anche qui, chiacchiere e nessuna verità. Lovisa avrebbe poi versato nei conti della Srl il pattuito della prima rata come gesto in buona fede. Ma il Pordenone non si iscrive, prima volta in 103 anni, ad alcun campionato; persino nel 1944-45 riuscì a giocare nei campionati locali e in amichevole contro una selezione della guarnigione locale dell’Ottava Armata britannica all’indomani della Liberazione. Si é parlato di serie D, Eccellenza, di miracolo dell’ultimo momento, iscrizione sul filo di lana, rinascite di squadre fallite con cancellazioni di debiti perché altrove il calcio non é una cosa seria, ma qualcosa di più. A Pordenone, invece, oltre al conclamato disinteresse della Segheria Comunale verso i colori Neroverdi, non si fa nulla. Di calcio ormai non si parla più. Cosa é meglio? Fallimento, nella speranza di una fusione la prossima stagione in qualche categoria regionale più alta? Continuare con l’assetto attuale, ma con la zavorra di un debito che non farebbe altro che affossare il Ramarro? La situazione é imbarazzante, dolorosa e vergognosa e coinvolge tutti gli attori in commedia: dirigenza, amministrazione comunale, classe imprenditoriale e Tribunale».

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