Farmacie senza personale: impiego fisso, paghe buone ma in Friuli Venezia Giulia mancano ancora 100 specialisti

Federfarma: «Trenta "buchi" solo nel pordenonese» Troverebbero immediatamente un contratto indeterminato

Venerdì 26 Aprile 2024 di Marco Agrusti
Farmacie senza personale: impiego fisso, paghe buone ma in Friuli Venezia Giulia mancano ancora 100 specialisti

Il paradosso è che se mettessero la firma sul contratto, dopo un minuto avrebbero un lavoro. Ben retribuito, certo con ritmi non propriamente blandi, ma comunque a tempo indeterminato. E questo perché di figure simili c’è un grande bisogno in tutta la regione. Eppure la crisi della manodopera non sta risparmiando nemmeno le farmacie.

Non solo: i punti vendita, ormai, si stanno trasformando sempre di più in piccoli ambulatori. Con la possibilità di fare esami e di procedere a consulti diagnostici. Morale: servono farmacisti, ma non se ne trovano più. 


Adesso mancano anche i farmacisti

Ad oggi, secondo le stime dei professionisti, non basterebbero nemmeno cento farmacisti professionisti per coprire le esigenze dei punti vendita in Friuli Venezia Giulia. Un fabbisogno che cresce sempre di più, seguendo il ritmo di crescita delle farmacie stesse, alle quali ormai è richiesto un salto di qualità prima impensabile, con sempre più servizi da offrire al cliente rispetto al passato. 
Nel dettaglio, nel solo Friuli Occidentale si stima che servano immediatamente trenta farmacisti laureati per coprire le necessità del territorio. «Si tratta - ha spiegato il presidente provinciale di Federfarma, Francesco Innocente - di professionisti che troverebbero lavoro all’istante ma che allo stato attuale mancano all’appello». E si parla - è bene specificarlo - di impieghi a tempo indeterminato con uno stipendio di tutto rispetto. 
Se poi si estende il raggio dell’indagine a tutto il territorio delle province di Pordenone e Udine, il numero dei farmacisti mancanti sale invece a circa un centinaio di figure professionali attualmente mancanti. Il risultato? È quello simile a ciò che avviene in altri settori. I piccoli punti vendita, specialmente quelli dei paesi più isolati, devono arrangiarsi come possono per evitare di chiudere. E gli altri si gestiscono con turni “tirati” con il personale che c’è a disposizione. 


Farmacie, da punti vendita a piccoli ambulatori

Non sono più le farmacie di una volta. I punti vendita sul territorio, oggi sono chiamati a tutta una serie di servizi aggiuntivi che prima non erano nemmeno contemplati. Un esempio? La telemedicina. Oggi in tante farmacie del Friuli Venezia Giulia è possibile sottoporsi ad esami come l’elettrocardiogramma. Dall’altra parte del terminale, poi, c’è uno specialista in grado di leggere il tracciato e di stilare una diagnosi puntuale anche se a distanza. Elemento, questo, che può aiutare il mondo della sanità regionale a smaltire almeno parte delle liste d’attesa. Ma allo stesso tempo anche un carico di lavoro in più per i punti vendita, che faticano a trovare sul mercato il personale necessario a coprire i bisogni della clientela e il ritmo sempre più sostenuto del lavoro all’interno delle farmacie del Friuli Venezia Giulia. 

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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