ROVIGO - «Un imprenditore ha sempre fiducia nel futuro, ma non nascondo che in questo momento il quadro per il settore turistico nel suo complesso è, se non nero, quanto meno grigio, anche se la speranza è che come l'anno scorso, con la bella stagione ci si possa tornare a muovere con molti meno obblighi e meno paure». Walter Marcheselli, titolare dell'hotel Cristallo in viale Porta Adige, a due passi dalla stazione di Rovigo, e dell'hotel Europa di viale Porta Po, nonché presidente del Cda di Best Western Italia, non nasconde la preoccupazione per una contingenza difficilissima.
TURISMO AZZERATO
«Il momento che stiamo attraversando - spiega Marcheselli - per il settore turistico è perfino peggiore di quello del lockdown. Si sta muovendo più nessuno, non ci sono pernottamenti e si è azzerata anche la ristorazione alberghiera, che ha un bacino completamente diverso rispetto a quello che può avere una pizzeria, che continua a lavorare grazie alle presenze locali. Purtroppo è un problema diffuso ovunque e anche i colleghi francesi o tedeschi non le la passano meglio». A peggiorare ulteriormente la situazione, una vicenda complessa che non ha alcuna correlazione con il Covid. se non l'aggravare un quadro già a tinte fosche: «Ironia della sorte, proprio in questo momento è stato chiuso l'autodromo di Adria, unica realtà che che in questo momento era in grado di portare flussi internazionali in Polesine. Un danno che credo avrà ripercussioni sul lungo periodo, anche perché una chiusura improvvisa, con tutto quello che ne consegue dal punto di vista delle competizioni, rischia di tenere lontane le grandi gare per svariati anni. L'indotto dell'autodromo è notevole. Sostanzialmente gli unici clienti internazionali arrivavano grazie alle gare. Clienti altospendenti, come scandinavi, olandesi, tedeschi e anche dagli Emirati arabi: un tipo di clientela difficilmente sostituibile. In questo momento le entrate si sono azzerate, mentre le spese no. È una fase complessa. Fra l'altro, nonostante il turismo sia riconosciuto come una delle colonne portanti del nostro Paese, altri settori hanno goduto di ricchi incentivi e bonus, mentre a noi sono toccate le briciole. Un problema che non interessa solo il settore alberghiero, ma gran parte del comparto turistico, dalle agenzie di viaggi alle compagnie di autobus che organizzavano tour. Tutti a terra. Non vogliamo licenziare, perché poi diventerebbe difficile riuscire a ritrovare personale preparato. Pensare di alleggerire i costi tagliando sul personale significherebbe farsi trovare impreparati al momento di ripartire. E la scommessa, da imprenditore, è che si possa ripartire».
F. Cam.