Il giovane talento Cecchini della Trevigiani tradito da una pomata

Martedì 13 Agosto 2019 di Tina Ruggeri
Il giovane talento Cecchini della Trevigiani tradito da una pomata
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Dopo la gioia della vittoria a Poggiana con Fabio Mazzucco, a nemmeno 24 ore di distanza, ecco la "mazzata" della sospensione dell'Uci per Marco Cecchini.
Ettore Renato Barzi, presidente della Sangemini-Trevigiani accusa il colpo per la notizia della positività al clostebol (sostanza nella black list dei farmaci proibiti) del 20enne pesarese di Villa San Martino (ex Delio Gallina) alla prima stagione con il club di Porta San Tomaso e terza stagione tra gli Under 23.
«Per colpa di una pomata si distrugge l'immagine del ragazzo e della nostra gloriosa società. Cecchini - racconta Barzi - aveva avuto nei mesi scorsi un problema a un ginocchio e utilizzato una pomata per curarsi. Poi con imprudenza, la stessa pomata l'aveva spalmata su un dito dopo la puntura di insetto durante le corse. Al controllo antidoping della prima tappa del Giro d'Italia chiusa al 122° posto era stato sorteggiato per i controlli. Aveva fatto mettere a verbale l'utilizzo della pomata cicatrizzante. Marco è un ragazzo bravissimo, studente universitario modello. A fine anno avrebbe smesso . sicuramente l'utilizzo di quella pomata che contiene il clostebol. Ammettiamo la sua buona fede. Stamane piangeva. Anche perché tutti i nostri ragazzi hanno firmato, al momento del deposito del contratto con la nostra società una postilla davanti all'avvocato che prevede, in caso di positività e di conseguenza di danni di immagine alla società, che la società stessa si possa rivalere sul corridore per diverse decine di migliaia di euro».

Il clostebol in passato ha già messo nei guai l'ex ciclista friulano Stefano Agostini, la tennista Ilaria Sanguineti, il cestista Christian Burns e il nuotatore Gabriel Santos.

Anche Angelo Baldini, il team manager della Sangemini Trevigiani ammette: «Il ragazzo era in buona fede. Al controllo antidoping, con il massaggiatore ha fatto mettere a verbale l'uso della pomata. Se non fosse a verbale non potremmo nemmeno fare ricorso. Ma ne vale la pena? Il ragazzo a fine anno avrebbe smesso per l'università. Possiamo tentare di fargli ridurre la pena magari a tre mesi, ma tanto non cambia nulla e sarebbe una spesa importante tentare il ricorso». Quando vi è arrivata la comunicazione dall'Uci che avete fatto? «Abbiamo subito cercato di capire quanto accaduto. Dopo la gioia infinita della vittoria di Mazzucco, ci è arrivata questa tegola sulla testa - ammette Baldini -. Abbiamo parlato subito con il ragazzo. Per conto nostro è stato superficiale e in buona fede, la sua intenzione era quella di smettere appunto e dedicarsi all'università. La sospensione dell'Uci non è una bella notizia certamente ma il ragazzo al Giro d'Italia Under 23 aveva preso un'ora di distacco dal vincitore. Ormai la sua carriera volgeva al termine. Infatti cercheremo di capire le cause di quanto accaduto. E al momento non ce la sentiamo di rivalerci sul ragazzo. Sul contratto è prevista la causa per danni di immagine alla società anche solo se la provetta A dovesse risultare positiva senza nemmeno attendere l'esito della B, ovvero le controanalisi. Ci dovrebbero risarcire una somma importante più la rivalsa in caso di perdita di sponsorizzazioni. Al momento ripeto non prevediamo alcuna azione legale. Un corridore che vuole smettere non va di certo a doparsi. E poi è risultato positivo non a prodotti conclamati e considerati dopanti, bensì ad una pomata, ad un prodotto medicale e tra l'altro dichiarata e che non gli avrebbe dato alcun tipo di vantaggio sulla resa atletica».
 
Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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