Il fondista-poliziotto si allena nel percorso "domestico", ma i vicini non gradiscono

Domenica 5 Aprile 2020 di Mauro Ferraro
Paolo Zanatta
1
Un occhio al cronometro e l’altro al vigile urbano. Nei giorni del Coronavirus, anche quando si rispettano le prescrizioni e si è un atleta d’alto livello, allenarsi non è la cosa più semplice di questo mondo. Ne sa qualcosa Paolo Zanatta: il 37enne ex fondista azzurro, da quest’anno in forza a Trevisatletica, si è ritagliato un percorso d’allenamento attorno a casa, a Volpago, ma i vicini non sembrano gradire, tanto che più volte, durante la corsa, è stato fermato dai vigili urbani.
Paolo è un poliziotto e conosce le regole: “Abito in una zona con tante strade che s’intersecano – spiega Zanatta -. Non è stato difficile trovare un percorso che mi consenta di correre rimanendo a meno di 200 metri da dove abito. Ormai lo conosco a memoria: sei curve a gomito, una salita, una discesa. E’ anche allenante. Solo che chi abita in zona non apprezza”. Gli episodi non mancano. “Quando corro, rigorosamente da solo, sento dei commenti non proprio positivi e più volte mi hanno fermato i vigili urbani, chiamati, per loro stessa ammissione, dalla gente del posto. Ormai ci conosciamo, sanno chi sono e che è tutto in regola. Ma non c’è via d’uscita: se qualcuno fa la segnalazione, loro escono a controllare”. Zanatta non vorrebbe disturbare nessuno. “Sono un poliziotto, in Questura a Treviso lavoriamo in sicurezza, ma il periodo è difficile per tutti: siamo comunque in prima linea e una disattenzione può risultare pericolosa. Capisco i sentimenti di chi è rinchiuso in casa e mi vede correre, ma non faccio nulla di male. Qualche giorno fa, mentre mi allenavo sul solito percorso, ho incrociato una signora. Andavo veloce, lei si è un po’ spaventata. Mi sono fermato per scusarmi, le ho spiegato le mie ragioni, ma non credo di averla convinta: mi ha detto che avrei dovuto indossare la mascherina. Oltre che spaventata, la gente è un po’ confusa: riceve troppi messaggi contraddittori”.
Zanatta è allenato da Matteo Grosso, tecnico che guida un folto gruppo di mezzofondisti normalmente gravitanti attorno alla pista di Ponzano. “In questo momento svolgiamo una preparazione personalizzata a seconda degli spazi in cui ognuno può allenarsi. Tra giardini, scale e rampe del garage, le soluzioni sono le più fantasiose. Ognuno s’ingegna come può e poi condivide su WhatsApp il lavoro svolto. La fatica più grande è psicologica: nessuno era più abituato a correre da solo. Passata l’emergenza, saremo tutti mentalmente più forti”. Zanatta aveva iniziato la stagione alla grande: il 16 febbraio, a Verona, aveva corso la mezza maratona in 1h05’04”, migliorando il record personale che risaliva al 2017, quando era ancora professionista con le Fiamme Oro. Quella è stata anche l’ultima domenica di gare. Poi tutto si è fermato, anche se Paolo ha continuato a correre.
“La condizione è discreta, si tratta di stringere i denti ancora per qualche tempo. Poi speriamo che le misure di contenimento dell’epidemia vengano alleggerite. Se tutto va bene, nella seconda parte della stagione mi dedicherò soprattutto alla pista, 5 e 10.000 metri. Per poi tornare alla mezza maratona prima di fine anno”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci