Delitto di Conegliano. Lorenzon aveva pagato 25 mila euro per uccidere la ex. Il telefono dei sicari intercettato: «Non lasciamo tracce»

Domenica 23 Luglio 2023 di Giuliano Pavan
Juan Maria Guzman

CONEGLIANO (TREVISO) - Un compenso di 25mila euro per eliminare Margherita Ceschin.

Non solo. I killer, dopo il delitto, si ripetevano: «Dobbiamo fare attenzione, e ripulire la macchina». Sono state le intercettazioni a mettere gli inquirenti sulla strada giusta per risolvere l'omicidio della 72enne, soffocata nel suo appartamento di via XXVIII Aprile a Conegliano la sera del 23 giugno scorso. Ieri all'alba sono scattati quattro fermi a carico dei due mandanti (Enzo Lorenzon, 80enne di Ponte di Piave, ex marito della vittima, e Dileysi Lorenzo Guzman, 32enne dominicana e sua attuale compagna, entrambi difesi d'ufficio dall'avvocato Martina Pinciroli), dell'intermediario Juan Maria Guzman, 41enne dominicano residente a Treviso, e di uno dei tre killer, il 38enne di San Biagio di Callalta, suo connazionale, Sergio Antonio Luciano Lorenzo, che hanno nominato l'avvocato Fabio Crea come legale di fiducia. Sono tutti rinchiusi in carcere (i tre uomini a Santa Bona, la donna a Venezia) con l'accusa di omicidio volontario premeditato, in attesa dell'udienza di convalida del fermo che si terrà domani mattina. Indagata una seconda intermediaria, E.L.R., anche lei di Santo Domingo. Tutti i sudamericani sono parenti tra loro. L'indagine, però, non è finita: i carabinieri sono sulle tracce di altri due sicari che, ormai, hanno le ore contate. Gli investigatori sanno chi sono e dove si nascondono.

GLI INDIZI

La rapina sfociata nel sangue non aveva mai convinto del tutto gli inquirenti. Visti i rapporti molto tesi tra Enzo Lorenzon e la vittima, a causa del divorzio in atto e dell'assegno da 10mila euro che le versava mensilmente e che voleva smettere di pagare, si è battuta la pista del delitto per motivi economici. E i riscontri si sono avuti subito, proprio grazie ai telefoni sotto controllo e alle intercettazioni ambientali. Il primo indizio è arrivato dall'analisi delle celle agganciate da tre cellulari nei pressi del condominio dove abitava Margherita sia il giorno prima del delitto che la sera dell'omicidio, tra le 21 e le 22.45, ovvero quando la 72enne è stata uccisa. Sono quelli di Sergio Antonio Luciano Lorenzo (uno dei presunti killer), quello intestato alla seconda intermediaria e quello di un'utenza mobile spagnola.

Le telecamere di sorveglianza del Comune, poi, a partire dalle 21 del 23 giugno hanno immortalato due uomini in bicicletta, vestiti con pantaloni e maglietta neri, entrambi con un cappellino da baseball in testa, aggirarsi lungo via XXVIII Aprile. Si sono incontrati con una terza persona, poi sparita dai video. Alle 21.45 Margherita Ceschin è rientrata a casa e alle 22.57 i due individui in bicicletta vengono ripresi mentre scavalcano la recinzione del palazzo. Le telecamere li riprendono nuovamente alle 22.50 quando, scavalcando ancora la recinzione nello stesso punto, riprendono le bici e se ne vanno percorrendo via Ippolito Nievo. Successivamente si è scoperto che quelle tre utenze telefoniche tenevano contatti costanti sia con Enzo Lorenzon che con Dileysi Lorenzo Guzman e con Juan Maria Guzman. E che per due settimane erano stati fatti sopralluoghi per studiare le abitudini della vittima.

GLI INCONTRI

Le indagini hanno appurato che la mattina dopo il delitto, il 24 giugno, ovvero ancor prima che il corpo di Margherita venisse ritrovato, Sergio Antonio Luciano Lorenzo si è recato a Ponte di Piave, nell'abitazione di Enzo Lorenzon. Poi, sempre le stesse tre utenze telefoniche intercettate in via XXVIII Aprile la sera prima, risultano dirette verso il confine francese per arrivare in Spagna. Poi smettono di generare traffico. Non è l'unico incontro che vede protagonista Lorenzon: l'ex marito della vittima, il 28 giugno, si organizza per trovarsi con Juan Maria Guzman a Fagarè di San Biagio di Callalta. Il giorno successivo è sempre Lorenzon, dal telefono di un bar a Ponte di Piave, a chiamare ancora l'intermediario dicendogli di non telefonare più con il cellulare, ripetendogli che è vietato e scandendo la parola "indagati". A incastrare i quattro fermati sono poi le conversazioni tra Dileysi Lorenzo Guzman e la moglie di Sergio Antonio Luciano Lorenzo.

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