Conegliano. Omicidio Ceschin, ordinanza annullata per l'ex marito Enzo Lorenzon e sicari. La Procura: «Se fossero innocenti sarebbero liberi»

Venerdì 26 Aprile 2024 di Giuliano Pavan
I rilievi del Ris nell'appartamento dell'omicidio, in via 28 Aprile, a Conegliano

CONEGLIANO (TREVISO) – «Se l’impianto accusatorio fosse debole o se non ci fossero prove a carico degli indagati la Cassazione li avrebbe già rimessi in libertà». A parlare è il procuratore di Treviso, Marco Martani, riguardo all’ordinanza degli Ermellini che hanno rinviato al tribunale del Riesame l’ordinanza di custodia cautelare impugnata dai legali (gli avvocati Fabio Crea e Mauro Serpico) dei presunti responsabili dell’omicidio di Margherita Ceschin, la pensionata di 72 anni uccisa la sera del 23 giugno 2023 nel suo appartamento di via XXVIII Aprile a Conegliano. «Le intercettazioni sono legittime e utilizzabili - continua Martani - La Cassazione dice che devono essere approfondite le motivazioni secondo cui quanto detto al telefono dagli indagati configuri il fatto che erano d’accordo nel pianificare il delitto». «Di certo - chiude il procuratore - al Riesame porteremo anche il biglietto che Sergo Antonio Luciano Lorenzo voleva far recapitare a Enzo Lorenzon, che per noi è una prova del loro coinvolgimento»

GLI INDAGATI

Del delitto sono appunto accusati Enzo Lorenzon, l’ex marito 79enne della vittima (ora ai domiciliari in una casa di cura, ndr) considerato il mandante, Josè Luis Mateo Garcia, il 29enne dominicano considerato uno degli autori materiali dell’omicidio (arrestato in Spagna e poi estradato) assieme a Sergio Antonio Luciano Lorenzo e al mediatore Juan Maria Guzman.

La compagna di Lorenzon, Dileysi Lorenzo Guzman, sembra invece destinata a uscire dall’inchiesta: «Dovremo distinguere tra connivenza (ovvero che la donna fosse a conoscenza del delitto) e favoreggiamento (ossia se abbia avuto un ruolo nel favorire l’impunità degli indagati)» ha sottolineato Martani. Per la Procura, insomma, l’impianto accusatorio regge eccome.

LE DIFESE

Di diverso avviso, invece, le difese. «La pronuncia della Cassazione dimostra che quanto sostenuto dalla difesa era corretto: mancano indizi che siano loro gli assassini, e soprattutto è totalmente assertivo che Lorenzon sia il mandante e Guzman un intermediario» ha affermato l’avvocato Fabio Crea. «La motivazione di questo annullamento indebolisce ulteriormente il quadro accusatorio. Tenuto conto delle intercettazioni, non c'è responsabilità» ha invece sottolineato l’avvocato Mauro Serpico.

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