PORDENONE/UDINE - Non tanto i transfrontalieri, quanto i Tir. Già, perchè ieri a Fernetti, il confine con la Slovenia sopra Trieste, chiuso dopo la sospensione di Schengen per cercare di bloccare i migranti della rotta balcanica e per il rischio di infiltrazioni di terroristi islamici provenienti dall'Est, si è creata in almeno due momenti della giornata, una lunga coda di Tir. Sono proprio i mezzi pesanti, infatti, che vengono fermati quasi tutti per i controlli, così come i van con vetri oscurati e i furgoni di grosse dimensioni.
Se i lavoratori frontalieri di fatto sono conosciuti o si fanno riconoscere in prossimità del confine e vengono subito fatti transitare, i mezzi pesanti sono stati dirottati lungo un percorso specifico e di fatto bloccati quasi tutti. La prima coda si è verificata già verso le 7 di mattina, quando, dopo aver viaggiato per gran parte della notte, i Tir si sono presenti sul confine. Lo smaltimento del traffico è andato avanti quasi sino a mezzogiorno. Altro blocco nel tardo pomeriggio. Meno problemi, invece, per le auto che, salvo alcuni momenti, sono transitate senza grossi stop.
Più fluido il traffico a Rabuiese dove in ogni caso transitano meno veicoli e dove di fatto non si sono registrati grossi problemi. Intasamenti per i camion anche a Tarvisio, dove comunque la situazione si è sbloccata in tempo decisamente minore rispetto a Fernetti.
Il primo giorno "vero" di lavoro, dunque, quando cioè il traffico è decisamente aumentato per la presenza sulla strada dei mezzi pesanti, la chiusura dei confini, soprattutto con la Slovenia, ha palesato qualche problema di gestione. Nei prossimi giorni saranno presi alcuni accorgimenti per limitare al massimo i disagi. Già ieri l'Anas ha iniziato alcuni lavori per cercare incanalamenti differenziati molto prima dell'area confinaria per camion e auto, in modo da evitare che si blocchi interamente la viabilità.
Durante i controlli al valico di Fernetti ieri pomeriggio è entrato in Italia un furgone della Polizia slovena sul quale è salito un gruppo di migranti fermato dalle autorità italiane.
La sospensione di Schengen, almeno per 10 giorni, al confine con la Slovenia è stata anche oggetto di alcune domante che ieri sono state fatte al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi presente a un dibattito. Resta ferma in ogni caso la volontà di ripristinare quando possibile la libera circolazione. «Assolutamente sì». È stata questa la risposa che il ministro a margine di un evento all'Università Cattolica a Roma, ha risposto a chi gli chiedeva se da parte del governo ci fosse la piena volontà di tornare a Schengen dopo la decisione di ripristinare i controlli alla frontiera con la Slovenia.
«I piani del governo sono stati ampiamente rappresentati, è stata una decisione importante ma l'hanno adottata anche altri otto Paesi, da quando esiste l'attuazione di Schengen sono state già 400 le interruzioni temporanee» ha detto il titolare del Viminale sottolineando che «i primi dati sono importanti anche in termini di conferma della piena collaborazione con i nostri partner sloveni. Andremo avanti finché sarà necessario - ha concluso - con criteri di proporzionalità, adeguatezza e temporaneità». Ultimo dato: ogni giorno sono circa 15 mila i transfrontalieri.