San Pietro contro gli ululati razzisti: «Giocatori in campo dipinti di nero»

Martedì 15 Gennaio 2019 di Lorenzo Mayer
Il capitano del Bassa Padovana, il nigeriano trentenne Kaffo Sheed, oggetto dei cori razzisti
VENEZIA - «Non siamo razzisti e dipingeremo di nero la faccia dei nostri giocatori per renderlo ancor più visibile. Siamo un’isola che ha sempre fatto dell’integrazione e dell’accoglienza le proprie caratteristiche».
A parlare è Daniele Scarpa, dirigente del Nuovo San Pietro che rispedisce al mittente le accuse della società Bassa Padovana, dopo la partita di domenica terminata con un rocambolesco 2-2 che ha lasciato pesanti code di polemiche in campo e fuori. 
L’ACCUSA DI MASIERO

Il dirigente ospite Antonio Masiero, a fine gara, ha denunciato insulti razzisti e ululati, provenienti dalle tribune, verso i loro tre giocatori di colore. Ma la versione dei fatti, da parte della società presieduta da Giorgio Antiga, è completamente diversa rispetto a quella data, nel dopo gara, dal Bassa Padovana.
 
Ora si attende di conoscere quanto scritto dall’arbitro nel referto.
«Aspettiamo di sapere cosa ha scritto prima di prendere una posizione ufficiale - riprende Daniele Scarpa - non è avvenuto nulla di quello che è stato raccontato. Anche noi avevamo in lista un giocatore di colore, per cui le accuse di razzismo sono infondate. La verità è un’altra: i nostri avversari erano infuriati perchè abbiamo pareggiato in recupero: pensavano di fare un sol boccone di noi, Forse pretendevano che ci scansassimo e li lasciassimo vincere».
«NESSUN CORO RAZZISTA»
Daniele Scarpa minimizza i fatti contestati.
«Non c’è stato nessun coro razzista - prosegue - un esagitato ci può essere sempre, in ogni contesto, ma noi ci dissociamo e il nostro pubblico è composto da persone per bene. Il Bassa Padovana guardi a casa propria: una squadra che usa espressioni forti durante il match a partire dal mister. Quanto successo negli spogliatoi è emblematico del loro stile. Pretendevano li regalassimo la partita».
Diametralmente opposta la posizione del Bassa Padovana che ha visto il proprio capitano, il nigeriano trentenne Kaffo Sheed Oladosu, insultato dai tifosi locali per avere protestato con l’arbitro per alcuni interventi troppo rudi degli avversari. Assieme a lui sarebbero volate parole pesanti sul colore della pelle e sulle origini africane anche nei confronti dell’altro nigeriano Alimi e del tunisino Neffati.
«Non è la prima volta - racconta Kaffo - ma non era mai capuitato in maniera così grave e ripetuta e sono molto amareggiato. All’arbitro ho detto che non si poteva continuare così: la prossima volta ci fermiamo e ritorniamo tutti e undici negli spogliatoi».
«SE SI RIPETE USCIAMO»
Antonio Masiero, socio e sponsor del club padovano, è disgustato.
«Coloro che hanno insultato i ragazzi domenica - afferma - erano anche persone di una certa età e in un impianto così piccolo non si poteva non sentire. Il loro presidente si è anche scusato a fine gara: sono nel calcio da 42 anni me dopo un episodio del genere mi verrebbe da mollare tutti. Ne riparleremo al campo con i ragazzi - conclude - ma posso già annunciare che siamo pronti a consentire ai giocatori di abbandonare il campo se la cosa dovesse ripetersi».
LA POSIZIONE FIGC
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del comitato Veneto della Figc, Giuseppe Ruzza.
«Per noi fa fede il referto dell’arbitro - è la premessa del presidente Ruzza - per cui attendo di conoscere quanto scritto dal direttore di gara. Dopodichè prenderemo le opportune contromisure. Dispiace molto che, per due settimane consecutive, il calcio Veneto si trovi nella ribalta delle cronache nazionali per presunte offese razziali. Il calcio Veneto non è razzista. Al contrario è attento e solidale con tutti. Mi auguro che, come la scorsa settimana, anche quest’ultimo fatto contestato si riveli una bolla di sapone. Al di là di qualche esagitato, che è fisiologico in tutti gli sport».
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Ultimo aggiornamento: 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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