MESTRE - Il rapinatore in monopattino individuato e fermato.
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Potrebbe essere questo l'antefatto del colpo al bar Tivoli. Erano le 17.45 quando la turista è rimasta vittima del raid di questo rapinatore solitario in monopattino che si è avventato sul cellulare della donna che stava andando in stazione per ripartire in treno per Gorizia. Una rapina fulminea, sotto gli occhi di numerosi passanti che non hanno nemmeno fatto a tempo a rendersi conto di quanto stava avvenendo, salvo poi accorrere in soccorso della donna finita a terra dopo aver sbattuto contro un'auto con lo zigomo sinistro. In molti, però, lo hanno visto e sentito: come il rapinatore del bar si trattava sicuramente di un italiano, tra i 40 e i 45 anni, sicuramente di origini meridionali per la cadenza nel parlare. «Indossava una maglietta nera, jeans al ginocchio, i capelli erano corti e brizzolati - hanno raccontato i testimoni ai carabinieri arrivati pochi minuti dopo in via Piave - e il monopattino nero su cui è fuggito aveva dei profilati color giallo lime». Una fuga che sarebbe avvenuta verso via Col di Lana, quindi non verso la zona di Corso del Popolo, ma in monopattino ci si muove così rapidamente che quella potrebbe essere stata una semplice "manovra diversiva" per poi svoltare e dirigersi verso quel bar che, un mese fa, era già stato rapinato dallo stesso malvivente che ha colpito sabato. Una decina di minuti tra via Piave e Corso del Popolo, in monopattino, sono più che sufficienti.
I PRECEDENTI
Le coincidenze tra la rapina alla turista di via Piave e quella al barista del Corso sono dunque ben più di una. E, se davvero si trattasse della stessa persona, ci si troverebbe di fronte all'ennesimo caso di malviventi "seriali". È accaduto un paio di settimane fa con il "lanciatore di sanpietrini", un cittadino nigeriano che aveva preso di mira diversi negozi di via Piave, danneggiando o sfondando le vetrate a sassate, ripreso più volte dalle telecamere della videosorveglianza e, alla fine, individuato ed espulso dalla polizia. Ma "seriali" erano anche alcuni degli autori delle spaccate che, a più riprese, hanno imperversato tra Mestre e Marghera, per non parlare del "mummia", spacciatore della Sierra Leone che si divertiva a far saltare con un martello i lunotti posteriori delle auto in sosta vicino al parco della Bissuola.