MESTRE - Vogliono andare fino in fondo, cioé capire, intanto, se quel Centro culturale islamico - e già luogo di preghiera - ha tutte le autorizzazione necessarie nonostante si trovi in un ex supermercato sotto alle loro case. E poi chiedono controlli da parte delle forze dell'ordine. L'assemblea degli oltre 60 condomini dell'ex residence tra via Piave e via De Amicis, ieri sera nella sede dell'amministratore in corso del Popolo, è stata più che mai unita per chiedere di fare luce sui permessi e le attività avviate negli 800 metri quadri un tempo occupati dal Pam.
IL NODO
Antonino Paladino, amministratore del condominio, venerdì scorso aveva incontrato Abdullah Somrat, il 27enne di origine bengalese, responsabile del Centro islamico che si è trasferito da via Dante a via Piave: «Dicono di avere tutte le autorizzazioni rilasciate dal Comune e che, trattandosi di un centro culturale, non ci sarebbero problemi con la destinazione d'uso commerciale dell'ex supermercato. Io gli ho consegnato il regolamento condominiale e chiesto il rispetto del decoro, perché tutto deve essere in linea con una zona che, prima di tutto, è residenziale». In Comune, dunque, sarebbero già state depositate da tempo le comunicazioni del trasferimento di quello che, in via Dante, era prima di tutto un Caf, un centro di assistenza fiscale gestito dalla comunità bengalese, oltre ad una "madrasa", cioè un istituto d'istruzione media e superiore per le scienze giuridico-religiose musulmane, nelle quali si insegna il Corano.
Da Ca' Farsetti - dove finora si è mantenuto un profilo decisamente basso rispetto alla vicenda della "moschea" - fanno sapere che la situazione viene monitorata e che le autorizzazioni eventualmente concesse sarebbero relative alla domanda che era stata inoltrata.
L'ARRIVO DEL PATRIARCA
«Siamo ormai in una realtà multireligiosa, e questa comunità chiede aprire spazi e luoghi di preghiera - commenta don Marco Scaggiante, parroco della chiesa di via Piave che, proprio in questo fine settimana, accoglierà la visita pastorale del patriarca Francesco Moraglia -. Anche noi abbiamo saputo di questa apertura dal Gazzettino ma, appunto, la situazione è questa. I nostri problemi sono altri, con le nostre segnalazioni sulla sicurezza, lo spaccio che continua in strada, forse perché è un po' calata la presenza delle forze dell'ordine». E il Consiglio pastorale ha inviato alcune domande al patriarca per l'incontro di sabato, proprio sulla realtà quotidiana di chi deve tendere una mano e lottare contro il degrado.