MESTRE - Uno sparo. Questa la segnalazione arrivata alle forze dell'ordine. Esploso con una scacciacani calibro 9. Riscontro, quest'ultimo, arrivato dal ritrovamento a terra di un bossolo rilasciato appunto da questo tipo di arma.
Un atto intimidatorio in piena regola, l'ipotesi che sembrerebbe prevalere su tutte.
L'IDENTIKIT
In particolare avrebbero voluto sapere se effettivamente il tizio abitasse in uno degli appartamenti che sono nelle vicinanze del Parco Piraghetto. Ci sarebbe anche la descrizione dei due orientali: uno con i capelli un po' più lunghi e l'altro che indossava una mascherina chirurgica, entrambi scesi da un furgone di colore nero.
Sembravano inoffensivi. Poi quel colpo secco dal rumore inconfondibile. Secondo alcuni testimoni i due avrebbero puntato l'arma in direzione del palazzo della persona che volevano trovare e avrebbero anche pronunciato la frase «Digli che parla troppo».
L'OBIETTIVO
Chi era il loro obiettivo? Perché una tale dimostrazione muscolare seppur con un'arma giocattolo?
Le indagini sono in corso e dovranno accertare pure la genuinità delle dichiarazioni di chi attesta di aver assistito all'intera scena.
L'episodio come detto è avvenuto in una delle zone più presidiate della città, di continuo alla ribalta della cronaca per fatti riconducibili in gran parte allo spaccio e al consumo di droga: aggressioni fra pusher, scippi e rapine per strada, furti in casa e nei negozi, risse per strada, e degrado urbano legato ai comportamenti indecenti di diversi assuntori abituali.
Anche nella riunione di ieri, il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto in prefettura a Venezia, si è occupato di quartiere Piave, rafforzando il presidio già in atto con il coordinamento di tutte le forze di polizia anche con il contributo dei militari di "strade sicure".