VENEZIA - Quella parte della sua storia fino allora sconosciuta l’aveva svelata il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, rispondendo come testimone nel processo al corvo della diocesi marciana, l’uomo accusato di aver denigrato il clero veneziano con volantini che parlavano di sesso e affari loschi in curia.
I FATTI
«Informammo i genitori: ci dissero che volevano la segretezza assoluta», aveva ricordato Moraglia nell’udienza del 17 aprile, ripercorrendo i fatti. Gli stessi riportati nel capo d’imputazione firmato dalla procura lagunare. Tra giugno e luglio 2020 “in più occasioni” l’ex parroco dei Gesuati - arrivato alla guida delle tre parrocchie dei Carmini nel 2017 e ora in servizio in un archivio della diocesi - aveva riunito in canonica tre ragazzi che frequentavano la parrocchia.
Il sacerdote e due ragazzi alla volta, in alcuni casi uno solo, si davano appuntamento, si spogliavano, prendevano in mano un bicchiere, fumavano sigarette e dialogavano tra loro. Era anche stata avanzata l’idea di invitare una ragazza, ma non se n’era più fatto niente.
LA CONSULENZA
Quando si era alzato il velo sulla vicenda ed era partita l’inchiesta a palazzo di Giustizia, era emerso come l’intento del sacerdote fosse di creare una sorta di clima di spogliatoio che avrebbe poi portato i ragazzi a frequentare di più le attività parrocchiali e avere maggiore coesione tra loro. Che non ci fosse un obiettivo a sfondo sessuale lo dicono anche le varie consulenze alle quali è stato sottoposto l’ex parroco. Tutte sono arrivate alla conclusione che l’uomo di Dio soffriva di una forma di regressione all’età adolescenziale che lo portava a rivivere comportamenti tipici di quell’età e pensare di riproporre un comportamento goliardico come attrattiva per portare giovani in parrocchia. Minorenni sui quali - lo hanno stabilito tutte le carte - non è masi stata nemmeno accennata una violenza. Non solo giustizia ordinaria, però. Una volta informato il Patriarcato, il sacerdote aveva confessato facendo iniziare un procedimento canonico concluso qualche mese dopo con la sospensione per cinque anni dell’ex parroco, che ha anche accettato di sottoporsi a una terapia psicologica e non potrà più avere contatti con minori.
IL CORVO
Il nome del sacerdote è inserito nei volantini affissi a Venezia tra il gennaio e l’agosto 2019. Ma le accuse mosse contro l’ex parroco non erano circostanziate e gli iniziali accertamenti non portarono da nessuna parte, come aveva spiegato Moraglia precisando che furono comunque chieste spiegazioni a tutti i prelati il cui nome compariva nei volantini. Quando sei mesi dopo arrivò la dettagliata segnalazione tutto cambiò e la giustizia - quella ordinaria tanto quella clericale - svelarono cosa accadeva nella chiesa dei Gesuati, parrocchia dei Carmini, pieno centro di Venezia.