Venezia in Serie A. Festa e polemiche: la notte di delirio dei tifosi sfidando il coprifuoco

Sabato 29 Maggio 2021 di Claudia Meschini
La festa dei tifosi in piazza San Marco

VENEZIA - Piazza San Marco: una sorta di “zona franca”, in pieno coprifuoco notturno, a celebrare la promozione in serie A del Venezia. Le ragioni del tifo, l’entusiasmo di centinaia di tifosi, hanno prevalso l’altra sera sulle regole rigide imposte per il Covid. Era già successo in altre piazze calcistiche d’Italia: alla fine si è lasciato fare. E a posteriori stride ancora di più la decisione della Lega B di anticipare solo di 15 minuti l’inizio della partita tra Venezia e Cittadella, a fronte di ben altre richieste del prefetto e dei tifosi stessi, di giocarla al pomeriggio, per evitare sforamenti notturni in pieno coprifuoco.

Serie A, sul Gazzettino di sabato in omaggio un inserto di 10 pagine sulla cavalcata del Venezia e il poster della squadra

IL PREFETTO

Vittorio Zappalorto non infierisce. Si limita a sottolineare: «Si doveva essere più flessibili - spiega il prefetto - e non per un mio capriccio, bisognava comprendere le esigenze della città e dei tifosi. Per fortuna è andato tutto bene, ma era inevitabile che dopo una partita del genere partissero i festeggiamenti per una storica promozione in serie A».

Centinaia di tifosi a occupare calli e campielli in centro storico, ma con altre feste diffuse anche a Mestre e Marghera in terraferma. A quel punto le forze dell’ordine hanno dovuto scegliere: rischiare di creare problemi di ordine pubblico e sicurezza sanzionando chi sforava il coprifuoco o chiudere un occhio limitandosi a vigilare che tutto filasse liscio senza incidenti. Per buonsenso si è deciso di seguire la seconda strada.

NOTTE PAZZA

Una notte “pazza” in tutti i sensi, insomma, vissuta e iniziata giovedì fin dal pomeriggio, quando sono calati al Penzo, dalla terraferma, dalle isole, Pellestrina inclusa, centinaia di tifosi. Interdetto, sempre causa Covid, l’ingresso allo stadio, ultras e appassionati di ogni età, si sono dovuti accontentare di uno schermo, neanche tanto maxi, allestito nel plateatico da un locale in via Garibaldi. Una scena surreale: la tv sintonizzata su Dazn andava a scatti, tanto che le immagini in diretta erano sfalsate di circa un minuto e così, quando al 93. Bocalon ha segnato l’agognato gol del pareggio, i tifosi che stavano guardando la partita sui cellulari hanno esultato mentre tutti gli altri, addossati allo schermo tv, erano ancora in apprensione.

LA GIORNATA

Ma la giornata della tifoseria organizzata e degli aficionados è cominciata molto prima. Già alle 17, lungo le vie di Castello, direzione stadio, s’incontravano drappelli sempre più nutriti e compatti di tifosi, quello più numeroso guidato da un capo ultrà con megafono. Il serpentone si è poi dipanato lungo Riva degli Schiavoni e Riva dei sette Martiri, mentre alle spalle di San Marco cominciava a scorgersi un fronte di nuvole sempre più scure e minacciose che, di lì a qualche minuto, avrebbero portato a un improvviso quanto, per fortuna, breve acquazzone. Molti ultras hanno scelto di rimanere a fare il tifo fuori dallo stadio tra cori, petardi e palloncini arancioneroverdi. C’era anche qualche ragazza che si dilettava a dipingere con i colori d’ordinanza i volti dei tifosi, dai più piccoli ai più anziani. Il club Alta Marea si era organizzato per un ritrovo pre partita alla trattoria Diporto di Sant’Elena. Il programma prevedeva frittura mista di pesce e vino, saluto alla squadra in arrivo al Penzo dal Lido, ritorno al Diporto per vedere la partita alla tv allestita fuori dal locale. Ma non è stato così.

L'ALLARME

Un allarmato scambio whatsapp ha avvisato gli associati: «Mario della trattoria Diporto riferisce che non riesce a portare fuori il televisore perché non ha le prolunghe adeguate». In realtà il titolare del locale, già in precedenza sanzionato, preferiva evitare assembramenti a ridosso del coprifuoco. Al drappello dei tifosi Alta Marea non è rimasta quindi altra scelta che dirigersi verso via Garibaldi e appostarsi davanti allo schermo allestito all’aperto. Una tv troppo piccola e insufficiente per un pubblico così vasto. Ma seguire la partita, era, in realtà, un optional, soprattutto per i tifosi della curva sud, abituati a tifare stando dietro alle istruzioni del capo ultras con megafono. Il primo tempo, per chi riesce a vedere qualcosa, è una sofferenza. Il cartellino rosso di Mazzocchi è accolto con un urlo di disapprovazione, poi arriva il secondo tempo, a tratti il Venezia sembra trovare un equilibrio, uscendo dalla tana dove si è arroccato. Il gol del Doge Bocalon, castellano, doc, è accolto con grida liberatorie. Il delirio collettivo e l’esultanza della folla si sposta quindi in direzione San Marco, nonostante il coprifuoco. Il serpentone arancioneroverde raggiunge la Piazza. Vicino a palazzo Ducale è appostata la polizia che lascia passare il corteo tutto sommato tranquillo, a parte molte mascherine abbassate. Cori, canti, fumogeni e qualche fuoco d’artificio davanti alla Basilica sono il degno coronamento di una notte speciale, in attesa dei festeggiamenti ufficiali che, come ha anticipato Paolo Poggi, si svolgeranno sia a Mestre che nella città storica. 

Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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