Se l'altro ieri era «arrabbiatissimo», ieri il leader leghista Matteo Salvini era furibondo, paventando il rischio di una «ulteriore frattura tra i palazzi del potere e gli italiani». Salvini non retrocede sul nome di Paolo Savona all'Economia e consegna la lista dei «suoi» ministri al presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte. «Passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare» ma ora, avverte Salvini, «o si parte o non tratto più», «non è questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani», spiega. Si schiera al suo fianco la leader di FdI, Giorgia Meloni: «Basta con le ingerenze interne ed estere». I 5Stelle e Luigi Di Maio stanno operando una forte mediazione sottotraccia. L'idea è quella di chiedere a Savona un intervento pubblico che faccia emergere il suo equilibrio e la moderazionen nelle posizioni di critica all'attuale assetto europeo. Intanto Conte per tutta la giornata ha provato a cercare la quadra per presentare - nel più breve tempo possibile, magari entro oggi o lunedì - alle valutazioni di Mattarella.
Bassi, Conti, Pucci e Ventura alle pagine 2, 3, 4 e 5
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