Non si trattava solo del ddl Zan, e il giorno dopo il naufragio del provvedimento che avrebbe dovuto combattere l’omotransfobia è ancora più chiaro. Tra Enrico Letta e Matteo Renzi non è certo il momento delle mezze parole: le accuse sono reciproche, dirette e forse insormontabili. Non è passato neanche un mese dalle elezioni amministrative che hanno premiato il “campo largo” praticamente ovunque si sia presentato.
La risposta
Ovviamente il leader di Iv nega ogni addebito. Un grande errore è stato certamente fatto, sottolinea, ma porta la firma di Enrico Letta. «Mi aveva annunciato che avrebbe aperto» a modifiche ma poi «Pd e M5s hanno preferito il muro contro muro, un suicidio politico». Fa pure due conti: se i voti di scarto sono stati 23, spiega, vuol dire che i franchi tiratori sono stati una quarantina. Come a dire, a dem e pentastellati, non guardate da questa parte ma dentro casa vostra.
I 5stelle fanno blocco con il Pd. Sarcastica la replica a Renzi del capogruppo al Senato Ettore Licheri. «Ora l’amico di Bin Salman ci risparmi le sue lezioncine politiche. Se dall’Arabia Saudita avesse potuto assistere ai lavori d’aula, ieri avrebbe visto che la legge Zan è stata sostenuta dal M5s con grinta e lealtà».
Nel Pd, è vero, non manca qualche distinguo su come è stata gestita tutta la pratica. Valeria Fedeli, Andrea Marcucci e anche Dario Stefàno che sposta il mirino dai renziani e invita a cercare i “traditori” proprio nel M5s. Ma soprattutto a covare, neanche troppo sotto la cenere, è il malessere di Base riformista, la corrente di Lotti e Guerini che ha la maggioranza dei parlamentari, soprattutto al Senato. Nei prossimi giorni è prevista una riunione per fare il punto.
I sospetti
Dai renziani, nel frattempo, è tutto un negare accordi con Lega & Co. Gli altri ne parlano come fosse un dato già acquisito: lo preconizza Luigi Di Maio, lo sostengono molti parlamentari nei capannelli. I diretti interessati replicano nettamente. «Non c’è e non ci sarà mai nessun asse Italia viva-centrodestra. Non è un’eventualità abbastanza avveniristica, come la definisce Giorgia Meloni. È un’eventualità che non esiste», sostiene senza mezzi termini Teresa Bellanova. Ma il fatto è che qualcosa si è già mosso, per esempio a Palermo, dove Italia viva si è alleata con Gianfranco Miccichè. Una scelta che, insieme a quella di creare un rapporto così stretto con l’Arabia Saudita, viene criticata anche da Carlo Calenda che su Twitter si rivolge direttamente a Renzi. «Dovremmo lavorare insieme e costruire un grande polo riformista. Ma come possiamo farlo credibilmente se continui così. Fermati un secondo a riflettere. Te lo chiedo pubblicamente dopo averlo fatto tante volte privatamente. Fermati».