Lite al pub con i Casalesi e poi gli spari a Manuel: «Qui non erano mai venuti»

Giovedì 7 Febbraio 2019 di Mauro Evangelisti
Lite al pub con i Casalesi e poi gli spari a Manuel: «Qui non erano mai venuti»
Quando i notiziari trasmettono i servizi sull’arresto di Lorenzo Marinelli, 24 anni, e Daniel Bazzano, 25 anni, i due giovani di Acilia che hanno confessato di aver sparato per errore a Manuel Bortuzzo, l’audio dei televisori dove tutto è cominciato, il pub di di piazza Eschilo, viene alzato al massimo. Il personale resta tutto in silenzio, sono da poco passate le 8 ancora i clienti sono pochi. Andrea, il titolare dell’O’Connell Irish Pub, ascolta e poi scuote la testa: «Erano due gruppi, uno era formato da ragazzi del posto, già visti, perché erano già venuti altre volte senza mai dare problemi. L’altro invece era composto da gente di Roma, noi qua non li avevamo mai visti». Dagli investigatori però trapela uno scenario più preoccupante: alla rissa avrebbero partecipato anche due figli di Mario Iovine, detto Rififì, considerato vicino ai casalesi, trasferitosi ad Acilia nel 2003 (era stato condannato a sei anni, i suoi beni sequestrati, successivamente la Cassazione ha annullato la sentenza).

Ecco, se confermata, la presenza dei due Iovine in uno dei due gruppi che hanno partecipato alla rissa, muterebbe lo scenario: significherebbe che dietro questa storia infame. a causa del quale l’incolpevole Manuel non potrà più camminare, c’è qualcosa di più di una rissa tra due gruppi di ragazzi e un tentativo folle di vendetta. Secondo gli investigatori i due Iovine non facevano parte del gruppo in cui c’erano i due ragazzi che hanno sparato, ma dell’altro, quello che secondo quanto raccontano al pub «arrivava da Roma». «Dico la verità - spiega Andrea - io quelli di questo secondo gruppo non li avevo mai visti, non frequentavano il nostro locale».

CONFINI
Però è una famiglia molto conosciuta ad Acilia. «Resto convinto che non si trattasse di gente della zona e comunque qui siamo ad Axa, è una realtà differente da Acilia. Chieda a chi vuole, in questo pub non abbiamo mai avuto problemi. Questo è un consorzio, una zona residenziale, è un quartiere tranquillo, guardatevi in giro». Il titolare del pub, anche grazie al racconto dei camerieri e del personale che era in servizio sabato notte, nelle ore della tragedia, ripercorre ciò che è avvenuto, ora che con la confessione dei due giovani arrestati è tutto più definito: «Manuel, sì, è un nostro cliente, veniva con i suoi amici. Quando è arrivato e ha visto che c’era la rissa, lui e gli amici si sono allontanati».

Casalesi, camorra, criminalità organizzata, Ostia è a una decina di minuti di macchina, negli ultimi anni tra fiction - Suburra - e realtà - dall’aggressione a un giornalista ad alcune sparatorie fino all’inchiesta sul Mondo di mezzo - l’attenzione si era spostata tutta lì. Soprattutto a Nuova Ostia. Ora è come se il ferimento di Manuel - nato a Trieste, cresciuto a Treviso, trasferitosi a Roma dove inseguiva la sua grande passione, il nuoto - costringesse a spostare lo sguardo più in là, sull’entroterra; come se le parole clan, esecuzioni, vendette andassero oltre. Oltre ad Acilia, base della famiglia Iovine, ma anche più in là, fino a piazza Eschilo, cuore di Axa, zona residenziale a sud di Roma sud.

RITORSIONI
I due giovani che hanno confessato di avere sparato mentre erano in sella ad uno scooter, per vendicarsi, e che hanno ferito chi non c’entrava nulla, sono di Acilia.
Se davvero nel pub c’erano anche i due legati ai casalesi sembra improbabile che non sapessero a chi si stavano mettendo contro, alimentando probabilmente poi altre ritorsioni. «Ma noi, quei nel pub, di queste storie di malavita, di casalesi, non sappiamo nulla, questo è un locale tranquillo, frequentato dai ragazzi del posto», ripete Andrea, mentre in tv va in onda un nuovo collegamento dalla Questura, che sta indagando ancora, la confessione dei due ragazzi di Acilia non ha dato tutte le spiegazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA