Rapina in villa con ascia e pistola, presa la banda: la "talpa" era la colf

Giovedì 12 Settembre 2019 di Morena Izzo
Rapina in villa con ascia e pistola, presa la banda: la "talpa" era la colf


C'è anche una colf infedele fra i tre arrestati per la rapina in villa avvenuta lo scorso 4 maggio a Fiano Romano. Un colpo da oltre 60 mila euro tra gioielli, diamanti e contanti. Refurtiva che era stata recuperata subito dopo il colpo, quando i malviventi erano stati intercettati dalla Polstrada a bordo di un'Audi, sull'A1, all'altezza del casello di Caianello in provincia di Caserta. I tre, però, erano riusciti a darsi alla fuga. Le indagini sono proseguite per mesi fino alla cattura del commando, che si era introdotto nella villa di via San Lorenzo, armato di pistola, cacciavite e un'ascia.

Roma, rapina in villa con ascia e pistola: la basista era la colf. Presi tre albanesi

Ad arrestarli sono stati i carabinieri della stazione di Fiano Romano, diretti dal comandante Carlo Sivoccia, coordinati dal capitano della compagnia di Monterotondo, Salvatore Ferraro, che hanno fermato tre albanesi: due uomini di 32 e 38 e una donna di 49. Quest'ultima, considerata dagli inquirenti la basista, lavorava da tredici anni come colf nell'abitazione in cui è stato messo a segno il colpo. Non solo, i militari hanno ricostruito che tra lei e il suo connazionale di 38 anni finito in manette, era nata una relazione, dopo essersi conosciuti in chat. A tutti, lei, che viveva da anni a Fiano Romano insieme alla famiglia, lo aveva presentato come se fosse un nipote, ma è stato accertato successivamente che avevano una storia.

Gli inquirenti credono che la donna, soggiogata dalla relazione, possa essere stata indotta a rivelare dettagli utili al colpo. Poi l'uomo, subito dopo la rapina era tornato in Albania, insieme al trentaduenne e ad un altro complice, che avrebbe le ore contate. Gli uomini del commando erano già noti per precedenti furti in Campania.
Dopo essere entrati nella villa di Fiano Romano, spingendo nell'abitazione il proprietario, immobilizzato insieme alla moglie, si diedero alla fuga con la cassaforte contenente i gioielli e i diamanti, scappando a piedi e poi a bordo di un'auto rubata a Capena. La macchina venne poi abbandonata la sera stessa sull'autostrada, all'altezza del casello di Guidonia, dove furono notati dalla polstrada, ma riuscirono a scappare nelle campagne. Il giorno successivo la Polstrada li intercettò a Caianello, dove riuscirono ancora una volta a fuggire, probabilmente con l'aiuto di un complice, lasciando però a terra un borsello con una pistola, due caricatori, e i gioielli. La refurtiva fu restituita alle vittime.

 

Ultimo aggiornamento: 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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