Rugby donne, Sara Barattin: «Vincere il Sei Nazioni? Dipende tutto da noi»

Lunedì 25 Febbraio 2019 di Christian Marchetti
Rugby donne, Sara Barattin: «Vincere il Sei Nazioni? Dipende tutto da noi»
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Risposte brevi ed efficaci. Sara Barattin ha le idee chiare. Lei e le trenta ragazze dell’Italdonne di Andrea Di Giandomenico. Una serie positiva di sette match, due vittorie e un pareggio in questo Sei Nazioni, secondo posto dietro le inglesi che sembrano marziane con una maglia bianca sulle spalle e in piena corsa per vincere. Esatto, vincere il Sei Nazioni. 
LA CRESCITA
L’ultimo successo della serie sabato sera al “Lanfranchi” di Parma: 29-27 all’Irlanda nel primo successo di sempre sulle Verdi nel torneo. Sabato sera, Sara Barattin ha anche festeggiato 87 caps, raggiungendo Michela Tondinelli nella graduatoria delle azzurre più presenti: «Un grande onore! Speriamo di ottenerne un altro po’. Oggi comunque è più facile, si gioca di più». Sara racconta spesso un aneddoto: «Quando dissi ai miei che avrei voluto praticare questo sport trovai diffidenza. Ma, appena presi la patente, e avendo più libertà di azione, iniziai ad andare agli allenamenti da sola, da Casale sul Sile a Treviso. Probabilmente senza patente non ci sarebbe stato il rugby». 
SLIDING DOOR
Né la Nazionale, né i gradi di capitano (oggi ceduti a Manuela Furlan), né quelle 87 presenze. Vuoi per i pregiudizi, vuoi perché da noi s’investe poco, visto al femminile il rugby è spesso più alto di una cima Coppi. 
Sara, per esempio, fa «l’istruttrice di sala pesi in palestra e alleno l’Under 12 (a quell’età maschi e femmine giocano insieme, ndr) della mia società, il Villorba, oltre alle ragazze Under 16 e 18». Ad ogni modo «sono cambiate tante cose a livello mondiale. Uno sport che si è evoluto, diventando più spettacolare. Si giocano più palloni, per mia grande gioia», visto che è lei a smistarli. E poi la Nazionale femminile vince. Da un lato aggressività, dall’altro competenza tecnica. Maestro d’orchestra quell’Andrea Di Giandomenico che, da bravo aquilano, trasmette il tutto alternando piglio arcigno e sorrisi. 
L’ULTIMO GRADINO
Cosa manca allora per vincere il Sei Nazioni? «Raggiungere la maturità delle più forti. E dipenderà tutto da noi, senza cadere in paranoia. Dovremo essere efficaci in ogni situazione e soprattutto sempre presenti con la testa». Il 9 marzo, al “Sandy Park” di Exeter, la sfida con l’Inghilterra. Lo scontro diretto per cercare di vincere il Sei Nazioni. Neanche Sara, dopo 87 battaglie, sa cosa significhi. Non lo sa nessuno e sarà meraviglioso per questo.
Ultimo aggiornamento: 13:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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