Derby di Roma, tifoso ferito dal petardo: arrestato ex ultrà laziale (incastrato dai vestiti e dalle telecamere)

Per l’assalto ai romanisti nel pub di Prati si segue la pista della ritorsione

Sabato 13 Gennaio 2024 di Alessia Marani
Derby di Roma, tifoso ferito dal petardo: arrestato ex ultrà laziale

Sono andati a bussare alla sua porta ieri mattina presto. Riposte in casa aveva ancora le scarpe da ginnastica sporche di sangue e gli stessi indumenti indossati mercoledì sera allo stadio, così come immortalati dalle telecamere interne all'Olimpico. I poliziotti della Digos hanno rintracciato e arrestato in flagranza differita, il tifoso che durante il derby di Coppa Italia sfociato nel post partita in scontri con le forze dell'ordine e l'assalto a un pub in Prati frequentato dai supporter giallorossi, dagli spalti della Tevere ha lanciato un petardo ferendo due supporter giallorossi che erano nei Distinti Sud.

Il ragazzo centrato dal "bombone" alla testa, 27 anni, ha perso un orecchio ed è ricoverato al Gemelli con una prognosi di 60 giorni. Un filmato girato con il telefonino ha ripreso alle 17.30, prima del fischio di inizio, il momento del lancio e dell'esplosione, con il giovane che si porta le mani al capo e si affloscia sulle gradinate, mentre sopra di lui continua la pioggia di dardi. Il fermato, Andrea Gubbini ha 42 anni, era stato daspato nel 2003 per la guerriglia alla stazione di Firenze tra laziali e polizia, ha precedenti per droga ed è un ex ultrà che dalla Curva Nord si è spostato nella Tevere, una volta terreno degli ex Eagles, dei Viking e, più recentemente, di Banda Noantri.

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Qui la bandiera della Palestina, non è mai mancata, nemmeno mercoledì. A questi "vecchi" ragazzi si era rivolto con parole di apprezzamento l'ex leader degli Irriducibili della Lazio, Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, prima di morire con un colpo di pistola sparato nella nuca il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti: «Si danno da fare, stanno conquistando un certo spazio», aveva detto. L'ultrà ieri è stato tenuto per ore in Questura, è accusato di lancio di oggetti pericolosi in occasione di manifestazioni sportive e lesioni gravissime. È stato identificato dagli investigatori della Digos e del commissariato Prati grazie all'analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno cristallizzato il momento in cui, durante il riscaldamento dei giocatori, dalla Tevere ha scagliato il petardo che ha colpito il 27enne che, per un soffio, non ha fatto la stessa fine Vincenzo Paparelli, il tifoso biancoceleste ucciso da un razzo sparato dalla Sud prima del derby del 28 ottobre del 79. Durante la "guerra" di razzi andata in scena mercoledì è rimasto gravemente ferito anche un tifoso laziale a cui un petardo è esploso in mano. L'ultrà ora è a Regina Coeli, in attesa di comparire davanti al giudice lunedì per la convalida. Da capire perché aveva il sangue sulle scarpe.

IL BLITZ

Restano da chiarire, infatti, i contorni del raid a colpi di cinture, bastoni e lame avvenuto dopo la mezzanotte al Coverclub e nel corso del quale è stato gravemente ferito il 30enne Francesco Leuzzi, sommelier romanista. Il ragazzo, non appartenente al tifo organizzato, è stato colpito per 4 volte all'addome da un gruppo di incappucciati ed è salvo per miracolo. Ferito anche il titolare del locale, Cristiano M., dapprima medicato nella notte al Cristo Re, poi dimesso e tornato a casa, si è sentito male ed è stato ricoverato in codice rosso al San Camillo per un'emorragia interna. Dopo il drenaggio, sta meglio. Testimoni avrebbero notato dei ragazzi a bordo di un motorino fare le "ronde". Quindi il raid, avvenuto verso la chiusura quando all'interno erano rimaste poche persone, quindi più vulnerabili.

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Una «infamata» come ribattezzata in alcuni ambienti di ultras "vecchia maniera", forse opera di un manipolo di cani sciolti che hanno agito lontani dagli occhi delle forze dell'ordine concentrati sui festeggiamenti dei laziali a Ponte Milvio "difesi" dalle forze dell'ordine da un doppio assalto romanista. E il blitz in Prati potrebbe essere la risposta, anche se il Cover, che apre perlopiù solo in corrispondenza delle partite, come detto dallo stesso Leuzzi, «è frequentato anche da laziali». Un ambiente solitamente tranquillo, insomma. Bisogna tornare alla vigilia di un altro derby quello del 2 marzo 2019, per registrare un altro assalto per mano laziale. Ma quella volta nel mirino - erano i tempi in cui il Diablo era vivo e gli Irriducibili, oggi disciolti, nel pieno del vigore - finì il bar di un capo della Curva Sud a Casal Bertone. Ma non era per questioni di puro tifo.

Ultimo aggiornamento: 09:14
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