Il calcio è sempre più in subbuglio, sul piede di guerra ed è pronto a scioperare. In sostanza, o l’Uefa e l’Eca fanno un passo indietro o le leghe dei cinque maggiori campionati continentali andranno allo scontro frontale che «farebbe male a tutto il calcio», come ha detto Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, a Radio anch’io sport. Una becera battaglia per soldi che toglie importanza e fascino ai campionati nazionali: «Confido nella ragionevolezza di Aleksander Ceferin e Andrea Agnelli, ma se non fosse dovremo fare fronte comune tra i cinque grandi campionati europei, fino allo sciopero, senza tabù», ha chiarito De Siervo. Ed è proprio Ceferin a giocarsi la poltrona di numero uno del massimo organismo continentale. Sta mettendo la sua faccia in questa rivoluzione, ma se non fa un passo indietro, rischia di essere sfiduciato. In Svizzera ha incontrato un gruppo ristretto di alcuni top club che appartengono all’Eca (Barcellona, Real Madrid, Juventus, Milan e Inter). Inoltre, toccherà sempre a Ceferin mediare già venerdì 17 maggio a Budapest, Ungheria, nella riunione dell’European League, alla vigilia della finale di Champions femminile tra Lione e Barcellona, dove Ceferin incontrerà i presidenti e i segretari generali delle singole Federazioni. Un’occasione per pesare il dissenso contro il piano Eca di stravolgere la Champions a partire dal 2024: una manifestazione a 32 squadre. Di quest’ultime, 24 avrebbero la certezza di rigiocare la competizione l’anno successivo a discapito del piazzamento in campionato, come avviene ora.
PROTESTA SPAGNOLA
«Questi piani mettono in pericolo la Liga», lo sfogo di Javier Tebas, presidente della Liga spagnola. «Non si può andare avanti su questa strada, anche la politica deve occuparsi di questo tema.
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