Inzaghi: «Lukaku come Batistuta, con Dybala può portare Mou in zona scudetto. Giù le mani da Immobile, nessuno come lui»

«Da Lotito grandi investimenti, Paulo valore aggiunto. Ma per il titolo dico Juventus»

Giovedì 7 Settembre 2023 di Alberto Dalla Palma
Inzaghi: «Lukaku come Batistuta, con Dybala può portare Mou in zona scudetto. Giù le mani da Immobile, nessuno come lui»

Il campionato, ma non solo, di Filippo Inzaghi, uno dei più grandi cannonieri italiani di tutti i tempi. Chi meglio di lui per parlare di Nazionale, di scudetto, di Lukaku e di Immobile, di Raspadori e Scamacca che rappresentano il futuro anche per Luciano Spalletti, il nuovo ct azzurro.

Dall'alto dei suoi 3 scudetti, delle 2 Champions e di un mondiale che non potrà mai essere dimenticato, Superpippo va letto e interpretato: Roma e Lazio da scudetto, Italia di nuovo sul tetto d'Europa, Ciro re del gol. Ce n'è davvero per tutti i gusti in questa intervista a cuore aperto. «Sono al mare, in vacanza, purtroppo ancora colpito da quello che è successo a Reggio Calabria. Ma un giorno tornerò in quella città e con i tifosi ci prenderemo una rivincita tutti insieme» ricorda Superpippo prima di fare le carte all'estate del nostro calcio, per certi versi anche turbolenta.

Le dimissioni di Mancini?
«Non mi hanno sorpreso e neanche scosso ma non partecipo ai processi collettivi. Se ha agito così avrà avuto le sue buone ragioni, che non dobbiamo giudicare dall'esterno. Alla fine l'Italia ha trovato il miglior allenatore in circolazione, Spalletti, e Roberto è andato ad allenare in Arabia. Ognuno ha avuto quello che desiderava ma non dimentichiamo mai che l'ex ct ha vinto con la Nazionale un titolo europeo che nessuno si aspettava».

E adesso c'è il buon vecchio Luciano.
«Il massimo, considerando che ha appena vinto lo scudetto con il Napoli dopo oltre trent'anni. Un lavoro meraviglioso, forse unico, che gli consente adesso di realizzare un sogno. Si meritava questo riconoscimento, vedrete che farà molto bene e costruirà una grande Nazionale, in grado di difendere il titolo europeo e di andare ai mondiali».

E intanto deve scegliere subito il suo primo numero 9.
«Ma vogliamo ancora discutere uno come Ciro Immobile? Siamo davanti al più grande attaccante italiano degli ultimi otto-dieci anni. Oltre 200 gol in sei o sette stagioni con la Lazio: ma di cosa parliamo, perché ancora qualcuno lo contesta? Spalletti, che adotta lo stesso modulo di Sarri, ripartirà da lui, ma non solo».

Chi vede in corsa con Ciro?
«Sicuramente Raspadori, che Spalletti ha allenato a Napoli. Un attaccante diverso da Ciro, ma comunque molto bravo. Non un uomo d'area ma un talento in grado di giocare con la squadra. Fidatevi, con loro siamo al sicuro».

Ma possono bastare per la Nazionale?
«Nel gruppo c'è anche Retegui, che conosco poco: ma è uno abituato a segnare, quindi si farà spazio in attesa di Scamacca, che è forse il più bravo tra gli attaccanti giovani».

 

Un'eterna promessa, fino ad oggi.
«Sono rimasto deluso dal suo rendimento in Premier, con il West Ham. Mi aspettavo di più ma non è mai facile andare all'estero e ambientarsi subito. Il suo rientro in Italia, all'Atalanta, lo condurrà all'esplosione definitiva. Gasperini è un maestro con i centravanti»

Ma come mai alla sua epoca gli attaccanti erano tanti e adesso sono pochi: la cultura del palleggio sta penalizzando la crescita delle punte?
«Credo che sia soltanto un caso. I cicli si aprono e si chiudono: certo che i miei concorrenti erano tanti e non tutti italiani. Posso ricordare solo Batistuta e Crespo? Pensate con chi me la battevo io»

L'attaccante che ha tenuto banco in estate si chiama Romelu Lukaku.
«Pensavo che sarebbe rimasto all'Inter, con mio fratello, ma alla fine mi rendo conto che è andato nella squadra migliore per lui».

In che senso?
«L'effetto di Lukaku alla Roma può essere lo stesso che ha avuto in quella città Batistuta. Ve lo ricordate? La spinta verso lo scudetto la dettò proprio l'arrivo dell'argentino. Si accese la piazza e anche la squadra».

Lei pensa che si possa ripetere l'impatto emotivo?
«Certo, anche se la concorrenza à molto ricca. Io dico che Lukaku, in coppia con Dybala, può portare Mourinho in zona scudetto, poi non so se riusciranno a vincere. Il belga non poteva scegliere una piazza migliore se cercava stimoli e apprezzamenti».

E Simone è rimasto con il cerino in mano.
«Non direi, perché gli acquisti di Thuram e di Arnautovic completano un reparto che può anche sfruttare le qualità di Sanchez. Inter da scudetto, come Milan, Juve, Napoli e le due romane».

Giroud più di Leao per adesso simbolo rossonero.
«Quando è andato via Tonali, da tifoso milanista, mi sono inquietato, invece la società è stata bravissima a ricostruire la squadra con gli acquisti giusti. Ma se a 37 anni Giroud fa ancora la differenza nel club e in nazionale significa che siamo davanti a un grande attaccante».

Lei tifa Milan ma poi nel derby ci sarà Simone sulle sua strada.
«E' mio fratello, sono felice che finalmente abbia i riconoscimenti che merita. Se l'Inter di questi tempi vince un derby, soffro di meno, ovvio».

Ma lei avrebbe mai fatto uno scambio tra Vlahovic e Lukaku?
«No mai, e infatti nemmeno la Juve è andata fino in fondo a questa trattativa. Ha lasciato Romelu alla Roma e si è tenuta il serbo, che è bravissimo: ha solo bisogno di maturare e di crescere in un ambiente molto difficile. La partenza è stata positiva e questo mi fa pensare che la Juve abbia un vantaggio rispetto alle sue rivali».

Quale?
«Di non fare le coppe, almeno per un anno. Allegri guadagna energie fisiche e mentali, perché ogni partita di Champions è uno stress. Credetemi, anche un viaggio in areo può diventare pesante per una squadra. Juve in prima fila, secondo me».

Il Napoli è in ritardo.
«Ha perso contro la Lazio, che è rimasta nel gruppo di vertice con investimenti importanti. Non è giusto condannarlo perché a Garcia bisogna dare il tempo di ambientarsi e di portare le proprie idee. Sostituire Kim non è facile, il coreano è stato un uomo scudetto».

Come Osimhen.
«Esatto, altro attaccante portentoso. Veloce, abile di testa e anche con i piedi, destro e sinistro. Uno dei migliori del mondo».

Ci siamo dimenticati di qualcuno?
«Forse di Chiesa, visto che parliamo di attaccanti. Io la penso come Allegri: può fare 14-15 gol giocando più vicino a Vlahovic e poi tornare a fare l'esterno con Spalletti in Nazionale. Io giocavo ai tempi di suo papà, Enrico, li vedo molto simili. Stesso nome, stesse garanzie di successo. Occhio alla Juve, fidatevi di me».

Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 16:43
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