Abraham alza la posta. Non è bastato ieri il primo incontro tra il gm Pinto, il Chelsea e gli agenti della Wasserman Group, che rappresentano il calciatore, per la sospirata fumata bianca. E nemmeno un secondo contatto, andato in scena nella tarda serata direttamente con Tammy. Ne servirà (almeno) un altro, atteso in giornata. Dietro all’indecisione dell’attaccante c’è sicuramente la volontà di capire le mosse dell’Arsenal con il quale ha da tempo raggiunto un accordo verbale (e in Inghilterra si mormora anche di un sondaggio del Tottenham, pronto a cedere Kane al Manchester City). Inoltre va dato atto ad un ragazzo di 23 anni che lasciare il Chelsea campione d’Europa e fresco vincitore della Supercoppa Europea, oltre alla Premier League e alla città natale (Londra), non deve essere proprio una formalità. Ma il calcio gira intorno ai soldi e gli agenti, avendo intuito che nell’ipotesi B l’inglese potrebbe finire ai Gunners, stanno provando ad ottenere dalla Roma il più possibile. Che in ottica mercato vuol dire un contratto più vantaggioso. Inutile scandalizzarsi: è la logica della domanda e dell’offerta. Anche perché Pinto, spostandosi nella City (e Mourinho chiamando personalmente il centravanti) ha deciso di giocare a carte scoperte: Abraham è il primo obiettivo individuato a Trigoria per sostituire Dzeko. Un all-in che ha però tramutato l’acquisto dell’inglese anche in una questione d’immagine per il club giallorosso. Perché se le alternative non mancano - e la Roma l’ha già individuata in Cunha, brasiliano classe 1999 che ha appena vinto la medaglia d’oro olimpica a Tokyo con il Brasile (gioca nell’Hertha Berlino e costa 30 milioni) - tornare da Londra senza Abraham, sarebbe uno smacco difficile da spiegare. Soprattutto dopo il tira e molla andato in scena con Xhaka che ieri con un like è tornato a commentare in modo sibillino un post dello Special One su Instagram.
DENTRO O FUORI
Tuttavia la fiducia sul buon esito della trattativa per l’attaccante resta alta.
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