Schumi, 10 anni dall'incidente: la F1 cerca il suo erede, il principino Leclerc resta il predestinato

Giovedì 28 Dicembre 2023 di Giorgio Ursicino
Charles Leclerc, dal 2016 in Ferrari

Un decennio senza Schumacher.

Michael vive con la famiglia nel suo eremo svizzero di Gland, adagiato sul lago Lemano, ma dal 29 dicembre 2013 non lo abbiamo più visto in giro. Menomato dal quel masso assassino nascosto sotto la neve francese di Meribel. Schumi non era un campione qualsiasi. Aveva cambiato il modo di correre in F1, conquistando, con la sua determinazione e la ferocia agonistica, sette titoli mondiali e quasi cento gran premi. Il precedente record di Fangio aveva resistito quasi mezzo secolo, tutti pensarono che le imprese del fenomenale tedesco sarebbero restate leggenda molto a lungo. Invece, gli eredi sono sbocciati in fretta e hanno già battuto diversi primati del fenomenale kaiser.

A raccogliere il testimone è stato Lewis Hamilton che con Michael ha corso insieme e che ha ereditato la favolosa Mercedes quando Michael si è ritirato definitivamente. Un bolide alieno più forte della Ferrari di Schumi, in grado di vincere otto mondiali costruttori consecutivi. Fuoriclasse tira fuoriclasse e Lewis è stato, almeno momentaneamente, scalzato da Verstappen che, ancora ventiseienne, ha aperto un nuovo scenario. Hamilton ha tolto a Schumacher i record di vittorie, pole e podi conquistati, super Max è andato oltre, conquistando in una sola stagione 19 vittorie ed oltre mille giri in testa. Un cannibale. La formula è sempre la stessa: per ottenere risultati tanto prestigiosi serve, oltre ad una classe sopraffina, la monoposto più performante del Circus. E, per di più, non si deve rompere mai.

Così, i filotti quasi consecutivi di Schumi, Lewis e Max sono stati accompagnati da altrettanti domini di Ferrari, Mercedes e Red Bull che hanno ipotecato i primi tre decenni del nuovo millennio. La F1, diventata uno sport planetario, è un po’ stanca dei risultati scontati e guarda sempre all’orizzonte l’affacciarsi di un nuovo fuoriclasse. Manici speciali potrebbero già esserci in giro, ma sicuramente non hanno la monoposto all’altezza e la speranza che anche gli ingegneri degli altri team imbrocchino un progetto vincente. Il più atteso, sempre sul punto di esplodere, è Charles Leclerc, il “predestinato” che, a 26 compleanni festeggiati (ha la stessa età di Verstappen, sono entrambi dell’autunno 1997), non ha vinto ancora nulla di importante nonostante 5 stagioni in Ferrari di cui è collaudatore dal 2016.

Proprio questa sembra l’arma in più di Charles, il lungo digiuno di Maranello che non conquista più il titolo Piloti dal 2007 con Kimi Raikkonen. Il Cavallino è la squadra più prestigiosa dello schieramento e, prima o poi, dovrà tornare competitiva se non dominante. Leclerc il suo l’ha già dimostrato ampiamente. Commette ancora più errori di Hamilton e Verstappen. Magari non riesce ancora a trattare le gomme con lo stesso garbo, ma ha una velocità innata e un talento cristallino che gli consentono di fare flash eroici. A testimoniarlo, non sono tanto le 5 vittorie, ma le 23 pole position conquistate, un rapporto di quasi uno a cinque che non può vantare nessun altro. Se è un punto di forza o di debolezza decidete voi. I ferraristi comunque sognano che Charles possa ancora aprire un ciclo come quello di Schumacher.

Insieme al principino ci sono altri tre piloti dell’ultima generazione e che corrono con monoposto blasonate in grado di fare la differenza: George Russell, Lando Norris e Oscar Piastri, rigorosamente in ordine di età, essendo nati nel 1998, 1999 e, addirittura, 2001. Tre su quattro degli sfidanti di Verstappen (Charles, George e Oscar) hanno vinto tutto nelle formule inferiori (doppietta GP3 o F3 e F2), mentre Lando si è dovuto accontentare del secondo posto in F2 nel 2017 piegato da Russell. Il ragazzo della Mercedes ha già vinto e conquistato la pole in F1, Norris è solo partito al palo, mentre Piastri ha all’attivo due giri veloci ed è scattato in prima fila, nonostante sia l’unico degli anni Duemila ed abbia una sola stagione alle spalle. Se la Mercedes tornerà vincente, George, è sicuro, dovrà vedersela con l’Imperatore compagno di squadra, mentre Lando e Oscar guidano la stessa McLaren e già nel 2023 hanno dimostrato di essere una coppia da paura.

Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 17:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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