Non sente la pressione e rivendica il suo stile. Marco Cecchinato si gode la vittoria in rimonta 6-4 6-3 6-1 alla Granstand Arena del Foro Italico contro Alex De Minaur. «Prodezze non ne ho viste, però direi che sono stato in lotta come sempre». Non vuole mollare nulla, soprattutto qui a Roma «dove i bambini mi fermano, mi chiedono foto e autografi». Cecchinato benedice la notorietà, che «era un obiettivo», senza dimenticare l’umiltà e il rispetto verso i big del tennis.
In particolare verso Roger Federer, che nelle ultime settimane ha apprezzato il gioco dell’italiano. «A Madrid ero suo vicino di armadietto e mi ha detto che sono il giocar preferito di suo figlio. Non avrei mai pensato di poter parlare con lui. Figuriamoci di essere il preferito del figlio o di essere un suo osservato speciale». Il sogno nel cassetto è sempre lo stesso: «Vorrei affrontarlo prima che smetta».
Una sfida tra lui e lo svizzero a Roma avrebbe un significato particolare, anche perché «giocare nella Capitale non è mai facile». L’emozione gli ha giocato un brutto scherzo nel primo set contro De Minaur: «Ho giocato troppo lontano dalla riga, ma nel secondo set ero aggressivo e lui faceva più fatica. Vengo da un pericolo difficile. Mi sono allenato e poco e sto riprendendo il ritmo». I risultati iniziano a vedersi, senza fretta: «Non a caso mi chiamano “diesel”», scherza il tennista.
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