Non si direbbe visto le piogge e le basse temperature, ma siamo in primavera. Stagione che nel tennis vuol dire terra rossa, la superficie sulla quale Nadal si trasforma in un cannibale. Il circuito questa settimana fa tappa a Monte Carlo, dove Rafa ha vinto già 10 volte, come a Barcellona e a Parigi. Dal 2005 sulla terra la fa da padrone e il dato più sorprendente è che 13 anni dopo parte ancora davanti a tutti. Anzi, il divario con il resto del gruppo sembra cresciuto. Federer, come nel 2017, ha deciso di saltare l'intera campagna sul rosso: va per i 37 e si può capirlo. Murray lo rivedremo a giugno, Djokovic è alla ricerca di se stesso. Si fa fatica a individuare un avversario capace di insidiare lo spagnolo e un'occhiata al tabellone del Masters 1000 nel Principato rafforza questa sensazione. Bedene o un qualificato come primo ostacolo, poi uno tra Mannarino, Simon o Khachanov. Tutti lontani anni luce. Il match clou nei quarti: il ranking suggerisce Thiem, la storia Djokovic. Mentre nella parte bassa ci sono Cilic, Carreno Busta e Zverev. Sulla terra il maiorchino (compirà 32 anni a giugno) ha vinto in carriera 389 partite e con ogni probabilità nelle prossime settimane abbatterà il muro dei 400 match. Da quando si è ritirato a Parigi nel 2016, vanta un bilancio di 24 vittorie e una sola sconfitta: l'unico a metterlo ko è stato Thiem lo scorso anno nei quarti al Foro Italico.
SEGNALI CONFORTANTI
Cinque tornei (Monte Carlo, Barcellona, Madrid, Roma e Roland Garros) e 5.500 punti a disposizione. I problemi fisici (le solite ginocchia) che lo hanno azzoppato facendogli saltare la trasferta sul cemento nordamericano sono alle spalle. Lo scorso week end di Davis ha spazzato via i dubbi: a Valencia ha trascinato la Spagna in semifinale travolgendo Kohlschreiber e soprattutto Zverev, l'unico capace di portargli via un torneo sulla terra nel 2017 trionfando a Roma. La conferma che il campione di Manacor è il favorito d'obbligo in ogni torneo che si gioca su questa superficie. Dovrà però gestirsi al meglio (non è più un ragazzino e il suo tennis è ben più usurante di quello di Federer) e non farsi condizionare dall'ansia di dover difendere la prima posizione mondiale.
SPADA DI DAMOCLE
Pur saltando Indian Wells e Miami, Nadal ha approfittato dei passi falsi di Federer in California e Florida ed è ritornato sul trono Atp. Nel 2017 si è imposto a Monte Carlo, Barcellona, Madrid e Roland Garros. Un exploit che nei prossimi due mesi rischia di diventare un boomerang perché lo condanna a vincere di nuovo tutti e quattro gli appuntamenti: perdendo anche solo una delle finali, svanirebbero quei risicati 100 punti di vantaggio su Federer e lo svizzero tornerebbe n.1 nella graduatoria del computer pur non giocando. Il suo bonus può diventare Roma (12-20 maggio), dove nel 2017 si fermò nei quarti e difende solo 180 punti. Potrebbe incrementare quel bottino, recuperando così un'eventuale sconfitta negli altri suoi feudi sulla terra rossa. Anche se poi sull'erba, tra giugno e luglio, la storia delle cambiali si invertirebbe con King Roger che dovrà difendere i successi di Halle e Wimbledon (2.500 punti).
ITALIANI NEL PRINCIPATO
Sono in 4 al via: Fabio Fognini, testa di serie n.13, Paolo Lorenzi, Andreas Seppi e Marco Cecchinato (gli ultimi due hanno superato le qualificazioni).
Montecarlo, il ritorno di Nadal sulla terra rossa
Lunedì 16 Aprile 2018 di Angelo MancusoOggi esordio per Lorenzi, opposto al francese Herbert.