Mantovani a 360 gradi: «Eravamo sul lastrico, ora facciamo scuola»

Martedì 21 Aprile 2015 di Agostino Buda
Piercarlo Mantovani brinda con Michele Strazzabosco

ASIAGO - Pochi giorni fa, dopo una combattutissima finale portata fino a gara7, ha cucito sulle maglie il 5. scudetto e il presidente Piercarlo Mantovani è

raggiante. Tornato alla guida della società il 16 settembre dell'anno scorso, si è rimboccato le maniche, ha tirato la cinghia e messo nero su bianco il programma.

Il risultato è dipinto sui volti dei suoi ragazzi che ora vanno in giro in una sorta di road show ben oltre i confini dell'Altopiano a mostrare la coppa e parlare di hockey su ghiaccio.

Quattro scudetti in 6 anni, presidente dove sta il trucco?

“Nessun trucco - risponde il numero uno della società cimbra - c'è lavoro, dedizione, passione e un progetto nato nel 2006 e perseguito con determinazione. Indubbiamente imposto anche dalle circostanze. Ma è un percorso virtuoso e questo ultimo scudetto ne è forse la testimonianza più limpida”.

Un progetto che si basa sui principi di “appartenenza e continuità” e sulla responsabilità di far crescere i giovani locali, ma anche sul contenimento dei costi:

“Perchè, quando sono arrivato, lo scorso settembre, parliamoci chiaro eravamo all'ultima spiaggia. Si rischiava davvero di chiudere bottega. Abbiamo lavorato come pazzi, i ragazzi e il vertice della società con il direttore sportivo Renato Tessari e Antonio Rigoni, responsabile economico, che con me hanno permesso di invertire la rotta”.

Più serenità, maggiore sicurezza anche per i giocatori e risultati sul ghiaccio a consolidare questo cammino.

“Questo è vero e siamo stati premiati. Ma ripeto, il progetto viene da lontano. Dal 2006 abbiamo raddoppiato l'investimento sul vivaio locale insistendo molto sul senso di appartenenza. Oggi schieriamo 25 giocatori, di questi 18 sono “nostri” - sottolinea non senza orgoglio il presidente Mantovani - e questo oltre ai risultati ha portato anche a un'identificazione con il territorio. Non solo dell'Altopiano, non solo del Vicentino. C'è il Veneto e il Veneto è venuto ad Asiago; i veneti hanno risposto al richiamo dell'Odegar. Per questo dico che siamo un simbolo. E non è facile perchè l'hockey su ghiaccio non è un sport molto diffuso. Con questo seguito e supporto, per non dimenticare gli sponsor anche quelli arrivati a stagione già avviata come l'Astoria Vini, oltre a portare a casa un bellissimo successo posso dire che l'Asiago oggi è modello trainante per tutto l'hockey ghiaccio italiano”.

E come per ogni “modello” che si rispetti, il presidente Mantovani ha piani ambiziosi che anticipa al Gazzettino.

“In due parole: obiettivo Europa. Punto a portare all'Odegar una semifinale di Continental Cup ma naturalmente il mio auspicio è di poter avere qui la finale”. E non è tutto: “Guardo anche alla Champions dopo l'interesse che le prestazioni della nostra squadra ha suscitato anche in Inghilterra, Svizzera e

Canada. Siamo un cantiere aperto con novità nella comunicazione, nelle infrastrutture per fare dell'Odegar un impianto di primissimo livello e per quanto riguarda la squadra con avvicendamenti inevitabili e altri comprensibili e non mi riferisco solo al passo indietro di Michele Strazzabosco”.

Testa e cuore: gli stellati fanno sul serio, la sfida è lanciata e l'appuntamento è per settembre al primo ingaggio della nuova stagione.

Ultimo aggiornamento: 19:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci