BOLZANO - Quattro ore di audizione, una cinquantina di domande, 22 pagine di verbale, diverse conferme e nuovi dichiarazioni che coinvolgono gli allora responsabili tecnici e sanitari della Fidal. È l'ennesimo capitolo del caso Schwazer andato in scena oggi in Procura Antidoping del Coni dove il marciatore è stato ascoltato in merito alla sua istanza di sospensione della squalifica che terminerà il 29 aprile 2016.
«Ho confermato tutto quanto detto finora», dice Alex Schwazer all'uscita.
«Loro sapevano in tempo quasi reale della mia frequentazione con il dottor Ferrari - accusa il 30enne -. Io sono stato squalificato giustamente per la frequentazione di un medico inibito e secondo me chi sapeva dovrebbe avere un procedimento».
Chi lo sapeva? «Tutto è nato dal Teide - racconta - dove è stato Visini (allora responsabile della marcia, ndr) ad incaricare Cafagna che era là ad allenarsi con me di controllare ogni mio movimento poi dopodichè sono stati avvisati Morini come vicepresidente, Uguagliati come ct e Fischetto come responsabile medico e non è successo niente tanto è che l'anno dopo, quando avevo nuovamente in programma di andare al Teide, nessuno mi ha detto niente».
L'oro a Pechino 2008, squalificato inizialmente per 3 anni e mezzo per la positività all'Epo e poi altri tre mesi per l'elusione del primo controllo del 30 luglio 2012, spera di aver chiuso così con la giustizia sportiva. La Procura sembra ritenere valido il suo contributo e probabilmente formulerà una proposta di sconto per la collaborazione offerta, sentiti i pareri di Wada e Iaaf, che valuterà il Tribunale Nazionale Antidoping. Probabilmente la decisione non arriverà prima dell'estate.