Treviso. Condominio in rivolta contro i medici, un ascensore solo per i pazienti: «Così smettono di portarci virus e batteri»

Venerdì 26 Aprile 2024 di Mauro Favaro
L'ambulatorio di Fiera

TREVISO - Un nuovo ascensore per provare a salvare capra e cavoli nel condominio di Fiera in rivolta contro il continuo via vai di pazienti negli ambulatori dei medici di famiglia.

Il progetto proposto da Paolo Marini, titolare della farmacia al piano terra, è stato discusso nell’ultima assemblea condominiale. E alla fine è stato approvato all’unanimità. L’obiettivo ora è realizzare l’opera entro il 31 ottobre. Si tenta di risolvere così una situazione diventata incandescente.

Lo scorso dicembre i condomini del “Residence degli olivi” di viale IV novembre hanno presentato ricorso al Tar contro l’Usl della Marca, oltre a un esposto al ministero della Salute, lamentando il passaggio di 300 pazienti al giorno negli spazi comuni, a cominciare dalle scale, per quasi sette ore «di continua circolazione di virus e batteri potenzialmente letali». Per il momento il ricorso resta in piedi. Ma nel frattempo si prova a superare il problema con l’ascensore. Al primo piano ci sono già gli ambulatori di una medicina di gruppo. E a breve ne arriverà un’altra anche al secondo piano. I locali sono di proprietà della stessa farmacia. Non a caso proprio da questa ora è arrivata l’idea dell’ascensore, per fare in modo che i pazienti non debbano più transitare negli spazi comuni del condominio.

 
LA RELAZIONE
«Fin dal principio il condominio ha lamentato come l’attività risultasse del tutto incompatibile con il contesto essenzialmente residenziale, creando disagi a coloro che a vario titolo utilizzano le unità immobiliari e chiedendo di porre fine a tale non più tollerabile utilizzo – si legge nel verbale dell’assemblea condominiale – al fine di trovare un accettabile contemperamento tra le richieste avanzate dal condominio di impedire ai pazienti l’accesso alle unità immobiliari adibite a studi di medicina generale attraverso le parti comuni e le esigenze degli studi medici di consentire il libero accesso ai pazienti, il dottor Marini intende realizzare, a propria totale cura e spesa, un impianto elevatore per il trasporti di persone, creando così un collegamento autonomo rispetto al vano scala condominiale».

Sarà sufficiente? «Le rivendicazioni del condominio rimangono in piedi. Così come rimane la grande anomalia di questa situazione di estrema concentrazione di medici di famiglia, tra l’altro senza parcheggio – tira le fila uno dei residenti – si tratta di un tentativo di mettere a tacere la questione con una soluzione forse solo parziale, che probabilmente non sanerà il requisito dell'ingresso indipendente, installando un solo ascensore a servizio di 6-8 studi. A questo punto ci si chiede a cosa serva la norma del contratto collettivo che prevede l’ingresso autonomo per queste strutture così importanti per la sanità pubblica. Perché non sono le autorità pubbliche a individuare e a gestire gli spazi per i medici di medicina generale?».

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci