Mestre. Classi multietniche, una sfida in salita. Difficoltà di relazione anche per gli adulti: «La lingua è sempre l'ostacolo più difficile»

Lunedì 25 Marzo 2024 di Filomena Spolaor
Mestre. Classi multietniche, una sfida in salita. Difficoltà di relazione anche per gli adulti: «La lingua è sempre l'ostacolo più difficile»

MESTRE - L'integrazione è un'esperienza positiva, ma spesso le persone fanno fatica ad accettare culture diverse. Emerge dai racconti di due genitori, che hanno avuto figli frequentanti l'istituto comprensivo Grimani a Marghera. La scuola, suddivisa tra due plessi dell'infanzia (Giovanni Paolo I, Collodi), due della primaria (Grimani e Visintini) e uno della secondaria (Einaudi), ha quasi 1.100 alunni. Nell'anno scolastico corrente sono 272 gli studenti stranieri iscritti alla scuola elementare Grimani, 161 quelli della Visentini, per un totale di 433 bambini che rendono l'istituto il primo del Comune con il più alto numero di studenti di varie provenienze.

LA TESTIMONIANZA

«Erano sei gli italiani presenti, in una classe di una ventina di alunni racconta la madre di due figli, il primo che ha frequentato la Grimani, il secondo la Visintini -. L'istituto è una scuola interculturale. C'erano bambini dell'Est, africani, dal Bangladesh, componevano una classe eterogenea. Per i miei figli è stata un'esperienza positiva, perché vivono l'integrazione in modo diverso dai genitori: per loro è normale, non c'è percezione della diversità». La convivenza in classe con alunni di diverse nazionalità è un arricchimento, da tanti punti di vista diversi. «Si creano scambi interessanti spiega la mamma - e familiari. Noi, per esempio, andavamo a mangiare a casa di alcuni genitori di altre etnie e loro venivano nella nostra. Quando l'interculturalità è interessante, diventa semplice».
La mamma descrive anche la positività di un contesto di classe, in cui quasi tutti i bambini parlavano in italiano e sotto l'aspetto scolastico non erano mai indietro con i programmi. «Parlavano italiano anche molti genitori aggiunge la donna, che è stata rappresentante di classe -. C'erano iniziative, erano sempre presenti, si facevano coinvolgere». Componevano la classe dei figli bambini cinesi, bengalesi, rumeni, moldavi, africani e filippini. «Il mio secondo figlio è disabile racconta sempre la donna -. Nella sua classe gli alunni erano in meno, ma non ci sono mai stati problemi di integrazione. Uno studente proveniente dal Bangladesh faceva i compiti insieme a mio figlio, era accogliente e giocava».

GLI INIZI

La storia di un padre di due figli che sono stati alunni dell'istituto comprensivo Grimani è quella di un uomo, anche lui in passato rappresentante di classe, che ha vissuto il processo di integrazione dall'inizio. «Adesso parliamo di seconde, terze generazioni dice -. All'inizio c'erano difficoltà per la lingua, soprattutto per i genitori, e il rapporto con gli insegnanti non era semplice. Ancora adesso ci sono inserimenti di bambini in classe, che non parlano italiano. Recuperano, ma nonostante ci siano brave maestre che cercano fondi per attivare corsi di lingua, non è facile accoglierli». E in questo caso rappresentato dai nuovi bambini inseriti nelle classi, a volte servirebbe una maggiore presa in carico delle difficoltà. «Si tratta di bambini - prosegue il padre -, che subiscono la migrazione dei genitori per lavoro a Fincantieri o nel settore turistico.

Alla scuola dell'infanzia dell'istituto Grimani abbiamo numeri di bambini stranieri, che superano quasi il 90% in una in una classe». Il padre sostiene anche che molti genitori fanno fatica a relazionare, che «il più grande ostacolo è la lingua» e anche se il mediatore culturale cerca di creare un ponte, fuori i genitori non hanno la stessa figura. «Ci facciamo aiutare - precisa - da quei genitori che sono qui da più anni per relazionarci con le nuove famiglie. Ci vorrebbe una volontà di relazione in grado di superare il gap della lingua nell'interesse dei bambini e un lavoro più continuativo e anche per gli insegnanti».

Ultimo aggiornamento: 18:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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