Brignone seconda nel gigante di Soelden. Vince la Worley

Sabato 27 Ottobre 2018
Brignone seconda nel gigante di Soelden. Vince la Worley
Pronti, via e l’Italia è già sul podio. La coppa del mondo si tinge subito d’azzurro col secondo posto nello slalom di Soelden di Federica Brignone. Un piazzamento che vale quanto una vittoria, visto che la valdostana soltanto due mesi e mezzo fa, durante la preparazione estiva a Zermatt in Svizzera, era caduta in una manche di supergigante, stirandosi il legamento collaterale laterale del ginocchio sinistro e accusando un forte contusione ossea alla stessa gamba. Cinquanta giorni di stop, poi la ripresa graduale. “Al rientro – racconta l’azzurra – i pochi giorni di allenamento li ho fatti stando bene, quindi sono tornata al 100% e potevo fare tutte le ore di sci che volevo. L’anno scorso ho vissuto un po’ l’incubo di non poter fare tutto quello che volevo per prepararmi al meglio. Quest’anno sono arrivata tranquilla. Era già un grande risultato essere qui e star bene, figuriamoci il podio”.

Sul ghiacciaio del Rettenbach la Brignone si è presentata con appena 18 giorni di allenamento nelle gambe, ma sfruttando al meglio il pettorale numero uno, ha dominato la prima manche, tra nebbia, neve e pista amputata della parte alta. Poi nella discesa decisiva l’azzurra ha accusato il colpo, cedendo per 34 centesimi alla francese Tessa Worley, ma raccogliendo una seconda posizione di spessore. “È stata la manche più difficile della mia carriera – spiegato la ventottenne di La Salle –, una gara così non l’avevo mai affrontata. Nel 2014 qui c’era stato un gigante con nebbia, buche e partenza dall’alto. Quello fu un incubo, ma credo di non aver mai fatto così fatica come oggi (ieri, ndr), anche perché ero molto tesa”. Che fosse una giornata particolare, Federica lo ha capito sin dall’ingresso nel gabbiotto di partenza: “Al momento del via, ho avuto un blocco nello stomaco, mi veniva da vomitare. Poi, una volta in gara, ho fatto fatica a respirare, ma per fortuna ho sciato bene nella manche iniziale”. Una prima discesa tra le porte larghe in cui Brignone ha fatto la differenza sul muro e nel piano conclusivo. Nella seconda manche, invece, ha provato ad attaccare, lasciando però per strada centesimi preziosi curva dopo curva, nei confronti della Worley, al tredicesimo trionfo in Coppa: “Nella manche decisiva ho pensato solo a combattere, perché non riuscivo a vedere quello che c’era sotto e sopra. Però ricordavo perfettamente il tracciato, conoscevo le porte più rovinate, alla fine sono soddisfatta”.

Proprio a Soelden, nel 2015, Brignone strappò il primo successo nel Circo Bianco: tre anni dopo sul ghiacciaio tirolese ha messo in cascina il 25esimo podio della carriera, precedendo l’olimpionica Mikaela Shiffrin.
Ventiduesima l’altra azzurra Irene Curtoni, mentre la diciottenne romana Elena Sandulli non ha superato il taglio al termine della prima manche, accusando più di cinque secondi di ritardo dalla compagna di squadra. Una Brignone entusiasta, ma anche precisa nell’analizzare le differenze tra l’infortunio di quest’anno e quello della scorsa stagione: “Stavolta sono caduta, quindi è stato un trauma da impatto che guarisce, mentre l’anno passato avevo un problema di usura che era sempre in agguato, una cosa che può ripresentarsi spesso e ci mette di più a guarire. Ho fatto un ottimo lavoro e ringrazio chi mi ha aiutato”. Oggi alle 10 e alle 13 tocca ai maschi.

 
Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 01:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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