Guerra in Israele, la diretta di oggi martedì 19 marzo.
di Lorenzo Vita
Riprendono le trattative per il cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza.
L'attacco
Nella notte tra domenica e lunedì le Forze di Difesa israeliana hanno fatto irruzione all'interno ospedale di al- Shifa, il più grande della città palestinese. Spiegando di aver agito «in base a informazioni attendibili» secondo le quali agenti di Hamas si erano riuniti all'interno dell'ospedale e stavano pianificando un'azione terroristica. Il bilancio è stata l'eliminazione di «20 terroristi e catturato decine di sospetti che sono adesso sottoposti ad interrogatori». L'esercito israeliano e lo Shin Bet hanno anche annunciato che nell'operazione «è stato ucciso Faiq Mabhuoch, capo delle operazioni di sicurezza interna di Hamas». Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui Mabhuoch era anche «responsabile del coordinamento delle attività terroristiche di Hamas». Trovate armi nella stanza accanto a dove si nascondeva.Trattative di tregua
Intanto a Doha riprendono le trattative tra Israele e Hamas mediate dagli Stati Uniti, dall'Egitto e dal Qatar. Non si tratta di un negoziato in discesa, e lo hanno confermato le fonti diplomatiche che, parlando al quotidiano Haaretz, hanno ipotizzato un round di colloqui di almeno due settimane. «Sarà un processo complicato», ha detto un funzionario a Channel 12. E le difficoltà sono legate non solo alla distanza tra le parti, ma anche al fatto che a questi colloqui sarà coinvolto anche il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, che discuterà in via indiretta con il capo del Mossad, David Barnea, il quale guida una delegazione che sembra avere ricevuto un «ampio mandato». «C'è una Hamas "esterna" che si trova in Qatar e una "interna" che è nei tunnel e ci vogliono tra le 24 e le 36 ore per trasmettere ogni messaggio», ha spiegato un funzionario vicino ai colloqui. E questi negoziati, «non saranno con l'Hamas esterna, che non ha poteri né capacità di prendere decisioni, ma solo con Sinwar, che si trova nei tunnel». Al momento, l'obiettivo sembra essere quello di una tregua di sei settimane e il rilascio di 700 o mille prigionieri palestinesi in cambio della liberazione di 40 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. Nelle mani della milizia rimarrebbero quindi circa 60 ostaggi, che sarebbero liberati in una fase successiva in cui Hamas chiede un cessate il fuoco permanente e il ritiro delle truppe dalla Striscia. Ipotesi respinta da Israele.Il colloquio
In questo clima, il colloquio telefonico tra Biden e Netanyahu di ieri segna un elemento di novità. Al centro dei colloqui «i recenti sviluppi in Israele e Gaza, compresa la situazione a Rafah e gli sforzi per aumentare l'assistenza umanitaria a Gaza». Bibi ha ribadito «l'impegno di Israele nel raggiungere tutti gli obiettivi della guerra» e ha anche assicurato che fornirà agli abitanti di Gaza «gli aiuti umanitari necessari per raggiungere questi obiettivi». Su questi punti, il governo Usa è apparso netto. «Joe Biden ha rigettato l'idea che sollevare dubbi sull'operazione a Rafah vuol dire sollevare dubbi sull'obiettivo della sconfitta di Hamas», ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan il quale ha annunciato anche che il presidente ha offerto di ospitare «un team» da Israele a Washington al quale spiegare perché gli Stati Uniti pensano che attaccare Rafah sarebbe «un errore» che porterebbe «più caos a Gaza». E nella telefonata, che ha avuto un tono «di colloquio di lavoro», Biden ha insistito sul fatto che ci sono «modi alternativi» per ottenere obiettivi e questi verranno presentati alla delegazione israeliana. «Israele ha compiuto progressi significativi contro Hamas - ha detto Sullivan - ha distrutto un numero significativo di battaglioni, ucciso migliaia di combattenti, compresi alcuni comandanti. Il numero tre di Hamas, Marwan Issa, è stato ucciso in un'operazione israeliana la scorsa settimana, il resto dei leader si nascondono, probabilmente nel profondo della rete di tunnel di Hamas, e la giustizia arriverà anche per loro. Li stiamo aiutando a garantirlo»