Hamas, le richieste dei terroristi per liberare gli ostaggi: «Medicine e vie di fuga per i leader dei miliziani»

I media israeliani raccontano la trattativa avviata da un filantropo ebreo-americano

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Chiara Bruschi
«Medicine e vie di fuga per i leader», le richieste dei terroristi per liberare gli ostaggi

Tutti gli ostaggi rimasti a Gaza rilasciati in cambio di maggiori aiuti e della garanzia di fuga per i leader di Hamas e le loro famiglie, fatta eccezione per coloro che hanno compiuto l’assalto ai kibbutz dello scorso 7 ottobre.

Inoltre, Hamas si impegnerebbe a restituire i corpi di due soldati israeliani detenuti dal 2014. Sono i dettagli di un piano al quale, secondo Jewish News, sta lavorando Moti Kahana, imprenditore e filantropo americano-israeliano, in collaborazione con la Casa Bianca, un negoziatore americano, la Francia e un consigliere siriano della compagnia di Kahana. I dettagli di questo piano sono stati ripresi anche dai media britannici, che hanno però precisato di non essere stati in grado di verificarne l’attendibilità. 

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NOMI E COGNOMI

Il progetto, in due fasi, prevederebbe l’invio di forniture mediche, prodotti per bambini e prodotti igienici a Gaza per «uso civile» e includerebbe la possibilità per i «leader di Hamas a Gaza, esclusi quelli coinvolti nel massacro degli israeliani» e che hanno le «mani insanguinate», di lasciare la Striscia. Kahana sostiene che sia Israele che gli Stati Uniti siano in possesso di nomi e cognomi di chi potrebbe lasciare Gaza e che «verrà esercitato uno stretto controllo» per garantire che i terroristi coinvolti nell’attacco o nella detenzione di ostaggi non vengano lasciati liberi di fuggire attraverso l’Egitto o lungo la costa in barca. Una clausola ben lontana dalla versione ufficiale di Israele, che dallo scoppio della guerra ha enunciato un obiettivo molto chiaro: sradicare Hamas come organizzazione, anche attraverso un attacco di terra. 

LA REAZIONE

Il governo, infatti, ha negato l’esistenza del piano parlando di propaganda del nemico. Proprio alcuni giorni fa, al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il ministro degli Esteri Eli Cohen ha parlato di «distruzione totale fino all’ultimo membro di Hamas», ovvero «i nuovi nazisti» come risposta proporzionata agli attacchi subiti il 7 ottobre. «Ditemi, qual è una risposta proporzionata all’uccisione di bimbi, allo stupro di donne e al loro incendio, alla decapitazione di un bambino? Come si può accettare un cessate il fuoco con qualcuno che ha giurato di uccidere e distruggere la tua stessa esistenza?», ha ribadito Cohen. 

 

I DETTAGLI

E dopo la bocciatura della risoluzione Onu per il cessate il fuoco e una tregua umanitaria - con gli Stati Uniti che hanno sottolineato il diritto di Israele a difendersi imponendo il veto - il numero delle vittime civili palestinesi continua a crescere. Sarebbero quasi 6.000, secondo il Ministero della Sanità locale, i morti sotto le bombe che cadono incessanti dal 7 ottobre. Stando a Jewish News, i dettagli di questo accordo saranno perfezionati con i leader di Hamas che si trovano in Qatar e, sebbene non siano state fornite indicazioni sulle tempistiche, Kahana ha affermato che in un magazzino americano ci sono forniture per un valore di oltre 18 milioni di euro, pronte per essere spedite in Egitto, quando il piano andrà avanti. Nato a Gerusalemme, Kahana, si è trasferito negli Stati Uniti più di vent’anni fa e nel 2009 ha deciso di vendere la propria azienda per dedicarsi al lavoro umanitario su scala globale. Ha fornito supporto ai rifugiati della guerra civile siriana e all’Ucraina, ora il suo impegno è concentrato sul conflitto in Medio Oriente. E per dimostrare che le sue non sono solo parole, ha condiviso le foto della merce nei magazzini. Un appello accorato il suo, in cerca di interlocutori che abbiano la capacità di ascoltarlo e trasformarlo in azione.

Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA