Cittadella. Spara contro i parenti-rivali per le multe non pagate e rischia di uccidere la figlia: mancata per un soffio

Daniel Rizzetto collezionava sanzioni con l'auto prestata dai parenti trevigiani

Martedì 19 Marzo 2024 di Marina Lucchin
Cittadella

CITTADELLA (PADOVA) - Ha rischiato di uccidere la sua stessa figlia Daniel Rizzetto, sparando contro l'auto dei parenti-rivali cinque mesi fa. Episodio per cui il 44enne cittadellese, con gravissimi precedenti alle spalle tra assalti al bancomat e conflitti a fuoco con le forze dell'ordine, è stato arrestato sabato su ordine di custodia cautelare per tentato omicidio e per cui, ora, è dietro le sbarre al Due Palazzi. Il giostraio di origine Sinti ha fatto fuoco 4 volte: un proiettile ha attraversato completamente l'automobile, entrando dal bagagliaio, ha attraversato lo schienale del sedile posteriore, dove era seduta la figlia ventenne e alla fine si è conficcato nel cruscotto.

A salvare la ragazza, per pura casualità e del tutto involontariamente, i parenti-rivali che l'avevano fatta salire nella macchina per scappare e, l'avevano sdraiata sul sedile posteriore per malmenarla. Per gli inquirenti è viva davvero per miracolo.

La lite e gli spari in strada

Il fatto risale al 7 ottobre scorso in Contrà Corte Tosoni, via San Leopoldo, quartiere residenziale che poco dopo mezzogiorno di un sabato soleggiato, cadde nel terrore per la sparatoria. In principio si pensò ad una rapina al vicino supermercato Alì. Ma in realtà i quattro spari erano diretti a un'auto sulla quale si trovavano tre uomini e una donna di origine sinti, provenienti dal trevigiano, parenti di Rizzetto. Erano arrivati a Cittadella per concludere una lunga questione con il 44enne: avevano prestato proprio quell'auto all'uomo che continuava a usarla collezionando multe, che venivano notificate all'indirizzo della famiglia trevigiana, formalmente proprietaria del mezzo per un totale di 1.400 euro. Le violazioni al Codice della strada non saldate, avevano determinato il fermo amministrativo di un ciclomotore dell'intestataria della vettura. Era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: il gruppo aveva chiamato un carro attrezzi, dimostrando la proprietà della macchina da prelevare, e si era presentato in Contrà Corte Tosoni per chiudere la questione. Quando la moglie di Rizzetto e la figlia si sono accorte che stavano portando via l'auto, queste sono scese e ne è nata una lite, che poi è degenerata con l'intervento di Rizzetto che è sceso in strada e ha iniziato a fare fuoco. Prima due colpi, mentre la figlia tentava di fermare l'auto bloccandola tenendo aperta la portiera. Vista la malaparata, i trevigiani hanno caricato in auto la ventenne, chiuso le portiere e sono fuggiti, malmenando in auto la giovane. Altri due spari. Sgommando, i parenti-rivali di Treviso sono riusciti a scappare, buttando fuori dall'auto in corsa la ragazza che ha rischiato di venir colpita in pieno dal papà.

Il personaggio

D'altro canto Daniel Rizzetto non è nuovo a imprese criminali al cardiopalma. Tra il 2012 e i 2013 mise a segno numerosi colpi ai bancomat assieme alla banda di giostrai guidata dai fratelli Malacarne. Un'organizzazione criminale decapitata il 16 marzo 2013 dopo un folle inseguimento all'alba a 250 chilometri orari in A13 all'altezza del casello di Padova Sud: un far west tra colpi di pistola e auto speronate della Polstrada. 

Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 15:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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