Truffe anziani a Roma, la regia è a Napoli: il sospetto sui clan. “Talpe” anche negli uffici pubblici

Vittime spiate sul web da un’organizzazione con “talpe” negli uffici pubblici e alla Motorizzazione

Lunedì 12 Giugno 2023 di Alessia Marani
Truffe anziani Roma, a regia è a Napoli: il sospetto sui clan. “Talpe” anche negli uffici pubblici

Settimane sui “banchi di scuola”, a lezione di truffa e raggiro. Dai bassifondi dei quartieri spagnoli, a Napoli, alle zone bene della capitale dove li attendono, ignare, le vittime.

Sono i pendolari delle truffe, quelli che fanno su e giù sull’A1 carichi di contanti e preziosi, di ritorno da una giornata di “duro lavoro”. «Sono tuo nipote, nonno, non mi riconosci? Sono qui dal maresciallo, se non pago la cauzione mi portano in carcere». Un fantomatico neopatentato senza assicurazione non si sarebbe fermato a uno stop provocando danni per migliaia di euro. Solo l’intervento dei parenti anziani può aiutarlo. Ci pensa un emissario del commissariato di polizia o della stazione dei carabinieri più vicina a recuperare denaro e gioielli per “salvare” il ragazzo scapestrato. 

​Da Napoli a Vasanello per truffare anziani, scoperti grazie alla segnalazione dei cittadini

GLI INVESTIGATORI

È la top ten delle truffe meglio architettate, complice un’organizzazione h 24 che fornisce ai manovali della rapina numeri di telefono, indirizzi e persino nomi e cognomi di figli e nipoti da impersonare.
«Tutto ben pianificato - spiegano gli investigatori dell’Arma che li hanno arrestati più volte - con l’appoggio di veri e propri call center che forniscono supporto a distanza ai loro compari». Un’organizzazione talmente ben strutturata, dalle scuole per truffatori senza scrupoli, all’aiuto logistico, tanto che l’ipotesi più accreditata è che a gestire l’affare siano i clan e le grandi famiglie di Camorra. “Soldati” in mano ai colonnelli della mala che investono gli utili nel narcotraffico, nell’usura, nelle armi. 

Non mancano i pentiti che per ottenere sconti di pena, una volta arrestati, spiegano il perché dell’aumento esponenziale delle truffe rispetto agli altri reati. «Gli assalti ai portavalori fruttano un botto di soldi - raccontano i criminali -  ma se va storto qualcosa ci resti secco, E se, invece, ammazzi le guardie allora ti danno l’ergastolo. Anche le rapine più tranquille sono rischiose. Ti puoi far male e se ti beccano sono minimo 10 anni di galera. Le truffe sono una passeggiata, ne fai quattro, cinque al giorno e ti porti via quello che avresti preso dalla vetrina di un gioielliere. Gli anziani non reagiscono, quasi sempre ci cascano con tutte le scarpe, e ti fai qualche migliaio di euro rischiando al massimo tre anni».

LA PREPARAZIONE

Nonostante le campagne per sensibilizzare le fasce più deboli della popolazione, i banditi colpiscono senza sosta a Roma e nel Lazio, dove ogni giorno si contano vittime alle quali i criminali portano via risparmi e ricordi di una vita. «Per organizzare una rapina - spiegano gli investigatori -, serve gente ben preparata per far fronte a tanti rischi. Basta pensare al gioielliere che reagisce sparando o agli addetti alla sicurezza delle banche. La regia, l’organizzazione è in Campania. Da lì vengono coordinate le varie batterie di truffatori». 
I clan, secondo i nuovi sviluppi delle indagini, avrebbero talpe ovunque: negli uffici della Motorizzazione, dove acquisirebbero gli elenchi dei neopatentati, a quelli delI’Inps e delle Poste. Spesso, però, i loro obiettivi sono scelti a caso. Come? Prendendo nomi e numeri telefonici dagli elenchi in rete. Nel caso di una persona anziana il nome di battesimo molte volte è lo stesso di un nipote. Basta spacciarsi per lui per ottenere la fiducia dell’anziano al quale, poi, chiedere aiuto. Una volta convinto che solo il suo intervento potrà tirarlo fuori dai guai, entrano in azione i gregari appostati sotto casa che, spacciandosi per intermediari, vanno a ritirare comodamente, e senza rischiare nulla, soldi e oggetti di valore. Scelgono Roma per la sua vastità.

LE TRAPPOLE

Impossibile non trovare qualcuno che cada nella  trappola. A dare le dritte giuste ci pensano, a volte, anche emissari in perlustrazione. Il sospetto, per esempio, è che dietro a venditori improvvisati di calzini o accendini, vi siano degli autentici basisti pronti a riportare informazioni preziose alla “centrale” partenopea. L’appello delle forze dell’ordine è incessante: non fidarsi, non aprire la porta di casa, non cedere a carabinieri o polizia che vogliono soldi al telefono. È una procedura inesistente. Lo scorso anno, i soli carabinieri del comando provinciale di Roma hanno arrestato 25 truffatori, denunciandone altri 56. Dal 1 gennaio a oggi gli arresti sono stati 35 e 40 le denunce. Gli ultimi colpi messi a segno il 7 giugno in via Anicio Gallo e il 9 a Tor Tre Teste.
 

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA