Speriamo che gli Europei di calcio, che inizieranno oggi con la partita tra l’Italia e la Turchia, passino alla storia come il ritorno della Nazionale Azzurra ai vertici del calcio mondiale. Magari con una finale e/o (hai visto mai) una vittoria a suon di goal. Il mister Roberto Mancini, con la sua bravura e la sua pazienza, ha rimesso in piedi un gruppo competitivo che potrebbe veramente stupirci. Ma anche se non andasse così, certamente questi Europei passeranno alla storia come il grande e agognato momento del ritorno del pubblico italiano allo stadio. Lo aspettavamo questo momento, adesso è arrivato. Oggi, allo stadio Olimpico, sedicimila spettatori tiferanno Italia.
Si torna allo stadio ma anche (dal 14 giugno, probabile zona bianca diffusa) si tornerà a formare gruppi d’ascolto, altro pilastro basico della socialità. Sulle piazze avremo migliaia di persone (distanziate a norma) che seguiranno le partite sui maxischermi, facendo cori, saltellando e urlando. E nelle case si raduneranno le famiglie, con genitori, figli, pupi, nonni, cani e zie, a zompare sui divani, a cantare, ad abbracciarsi per un goal. Con l’effetto condominio che arriverà dalle finestre aperte, urla dei vicini, clacson dalle strade e bandiere che sventoleranno sui terrazzi. Per mesi siamo stati chiusi in casa finendo per odiare i nostri televisori, strumento di malinconia ripetitiva. Da oggi, con gli Europei, quelle scatole domestiche trasmetteranno allegria, spensieratezza, voglia di condividere. E finalmente risquilleranno i cellulari e un amico invece ti chiederti «che te sei vaccinato?... ma va, Johnson, dose unica, che culo…», griderà a squarciagola «ammazza che goal ha fatto Spinazzola!».
Torna lo stadio, tornano le piazze con gli schermi, tornano i raduni in casa, torna soprattutto la gioia di vivere. Ce la meritavamo. Forza Italia.
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