Schiacciate e passione, i segreti delle pantere del fenomeno Conegliano

Sabato 10 Novembre 2018 di Angela Pederiva
Schiacciate e passione, i segreti delle pantere del fenomeno Conegliano
CONEGLIANO - Pensare che è cominciato tutto con una scommessa natalizia. Era il 26 dicembre 2011, Spes contro Scavolini. Sugli spalti della Zoppas Arena due giovani tifosi la buttarono là: «Se oggi vinciamo, ripartiamo noi». Finì 3 a 2 per il club gialloblù, che tre giorni dopo annunciò il proprio ritiro dal campionato di A1, a causa dei troppi conti non saldati. Ma anche la promessa è un debito e così al canto del vecchio cigno seguì il nuovo ruggito delle pantere, che cambiarono pelle attraverso l'acquisizione del titolo sportivo di Parma e la rifondazione societaria da parte di quei due amici. A distanza di sette anni, Piero Garbellotto e Pietro Maschio condividono infatti la presidenza dell'Imoco Volley Conegliano, la campionessa d'Italia in carica che stasera al Palaverde cercherà la rivincita con l'Igor Gorgonzola Novara, detentrice dell'ultima Coppa Italia: in palio c'è la Supercoppa di pallavolo femminile, sfilata la scorsa volta dal sestetto piemontese alla squadra veneta, una fabbrica di giocatrici, sostenitori e sponsorizzazioni.
IL PROGRAMMA
È una storia di grande passione, quella che raccontano il 38enne Garbellotto e il 33enne Maschio, rappresentanti delle due famiglie che insieme ai Polo (i quali hanno espresso la vicepresidente Elena) di fatto hanno inventato il fenomeno Imoco Volley: «Eravamo già sponsor della precedente società, guardavamo le partite insieme, fra i nostri genitori e zii c'erano rapporti di lavoro e di amicizia. Abbiamo definito un programma triennale: semplice salvezza al primo anno, metà classifica al secondo, finale scudetto al terzo. Con la fortuna dei principianti abbiamo centrato subito l'ultimo obiettivo e davanti a noi si sono aperte le porte dell'Europa». Ora ne sorridono, ma allora c'era da tremare: «Ci è scoppiata in mano la bomba ammettono da quel punto in poi è stata una continua rincorsa dal punto di vista organizzativo. Fino a quel momento eravamo dei semplici tifosi e invece dovevamo imparare a fare la pallavolo». Confida Maschio, con un mezzo gioco di parole sul suo cognome: «Con una squadra maschile... sarebbe stato più facile. Da ragazzo ho giocato a basket e gli equilibri erano più semplici, forse abbiamo sottovalutato l'aspetto delle dinamiche interne a un gruppo tutto femminile». Interviene Garbellotto: «Però i risultati sono arrivati giusti». Viva le ragazze: uno scudetto, una Supercoppa, una Coppa Italia e un altro scudetto, nel giro di tre stagioni.
LA STRUTTURA
Ma il talento evidentemente non basta. «Per puntare a restare al vertice ed essere competitivi con gli avversari spiegano i due presidenti occorre un budget di almeno 3 milioni. Poi in Europa ci scontriamo con corazzate da 10, necessari per ingaggiare le giocatrici più forti del mondo. Ma a noi va bene così e dobbiamo dire grazie ai nostri compagni di avventura». In casa gialloblù è così che chiamano gli sponsor: 33 il primo anno, triplicati dopo dodici mesi, oggi 160. C'è chi stanzia cifre basiche e chi arriva a centinaia di migliaia di euro, per un ritorno d'immagine e di relazioni. «Il nostro modello di business? Non sono affari, ma entusiasmo, attività sociale, aggregazione». Non a caso sono oltre 1.000 le promesse del settore giovanile, un vivaio diffuso sul territorio rispetto a cui il club di Conegliano è una sorta di ombrello anche attraverso l'Imoco Volley School. «Abbiamo deciso di lasciar fare questo lavoro a chi lo sa fare, e bene, da molto più tempo di noi», riconoscono i vertici della società. Una dozzina le piccole atlete piazzate nella massima serie, mentre le 14 grandi condividono parquet e residence, visto che hanno scelto di abitare in una struttura in cui ciascuna può mantenere la propria riservatezza ma anche interagire con le compagne e con lo staff: tre allenatori, un assistente, due fisioterapisti, un preparatore atletico, tre medici e uno scoutman, a cui si aggiungono il direttore generale la segretaria, un collaboratore, il comunicatore, il custode, il responsabile del settore giovanile e una svariata quantità di volontari.
IL SEGRETO
È grazie a tutto questo che l'Imoco Volley Conegliano può vantare un primato di cui è comprensibilmente orgogliosa: «Siamo la squadra con più pubblico d'Italia, abbiamo un seguito pazzesco. Chi viene al Palaverde si sente a casa sua. Su un totale di 5.344 posti a sedere, in media ne risultano occupati 4.128, con una quota di abbonati pari a 2.190». Numeri che stanno rilanciando i fasti dell'epopea Benetton, anche se Garbellotto e Maschio rivendicano una certa differenza. «Se in qualche maniera il Treviso Basket è erede di quell'avventura, noi facciamo pallavolo femminile, per cui non c'entriamo niente con la Sisley. Forse il vuoto lasciato dai Benetton ci ha agevolati, in quanto il loro merito è stato quello di aver creato una cultura dello sport in provincia di Treviso che ad un certo punto ha visto la domanda rimanere senza offerta, ma noi arriviamo da Conegliano». E lì le pantere vogliono restare: «Tante atlete si sono fermate qui a fine carriera, altre hanno lasciato in zona case e fidanzati, tutte diventano matte per l'enogastronomia e per il mare e la montagna a pochi chilometri. Un fascino, questo possiamo confessarlo, che noi cerchiamo di sfruttare durante le trattative di mercato...». Alla fine ecco il segreto dell'Imoco Volley Conegliano: «Siamo una squadra glocale, orgogliosa di stare in provincia e di solcare i campi più importanti d'Europa, dove però ci sentiamo ancora matricole. Bisogna tenere i piedi per terra o, come si dice qui, ghe vól sempre i sinque schèi de mona in scarsèa»
 
Ultimo aggiornamento: 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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