CORTINA (BELLUNO) - Alla vigilia dell’affidamento dell’area di Ronco all’impresa Pizzarotti di Parma, perché attivi il cantiere per costruire la nuova pista olimpica da bob di Cortina, restano definite le contrapposizioni fra i sostenitori dell’opera egli oppositori.
IL FRONTE DEL “NO”
Sul fronte opposto permangono le contrarietà delle associazioni ambientaliste, delle forze politiche avverse alla maggioranza di governo, con prese di posizione locali, regionali e nazionali. Domani mattina ci sarà un’altra manifestazione di protesta e di riflessione, nel piazzale delle tribune della pista di Ronco, un luogo simbolico, dove si concludevano le discese dei mezzi, sino al 2008, dove c’erano le cerimonie di premiazione, dove i bob venivano caricati sui camion e riportati in partenza, dove si incontravano tutti, atleti e appassionati. A organizzare il presidio sono le associazioni ambientaliste dell’Alto Bellunese, nel coordinamento di Peraltrestrade. A cominciare dalle 9 si ricorderà che il Comitato olimpico internazionale è propenso a non realizzare nuove piste, in quanto sono più che sufficienti quelle esistenti sulle Alpi, per la pratica di questi sport. Si contesterà la decisione del governo nazionale di insistere nella spesa di 120 milioni di euro, con il rischio di non avere comunque l’impianto a disposizione per i Giochi 2026. Le associazioni lamentano le future spese di gestione, ritengono che ammonteranno a un milione e mezzo di euro l‘anno; denunciano l’abbattimento degli alberi, per fare posto alla serpentina di cemento, lunga oltre un chilometro; paventano l’abbandono dell’impianto sportivo, dopo i Giochi, così da lasciare un altra carcassa in degrado, come è accaduto a Cesana, in Piemonte, dopo i Giochi invernali di Torino 2006.
IN TEMPO
L’idea che sia tardi per una manifestazione di protesta, quando già il cantiere si sta avviando, viene respinta da Roberta de Zanna, consigliera comunale del gruppo Cortina bene comune: «Non nascondiamoci dietro il “non serve, hanno già deciso”: serve sempre, serve alle nostre coscienze, serve a poter dire ai nostri figli e nipoti io c’ero e mi sono battuto per evitare questo enorme spreco di denaro pubblico e di territorio. Serve a dimostrare che la comunità ampezzana esiste e vuol far sentire le proprie ragioni», sollecita de Zanna. Il 24 novembre scorso l’ultima manifestazione di protesta era stata intitolata “Pista da bob - Ultima chiamata”; oggi c’è invece un nuovo invito, rivolto a tutti i cittadini contrari all’opera. Si ribadiscono gli aspetti negativi, i costi eccessivi, il ristretto numero di praticanti, i costi di gestione futuri, per una struttura che non può essere considerata sostenibile. Infine, ma non ultimo, c’è il fatto che il progetto della pista non è mai stato illustrato alla popolazione, non ne sono mai stati indicati i dettagli.