LA GUERRA

Israele, fitto lancio di razzi da Gaza su centro Paese e Tel Aviv. Mosca riceve delegazione di Hamas in visita

Tutte le notizie dal Medio Oriente sulla decima guerra fra Israele e palestinesi, si avvicinano i raid nella striscia di Gaza

Giovedì 26 Ottobre 2023

Fitto lancio di razzi da Gaza su centro Israele e Tel Aviv

Nuove sirene di allarme nel centro di Israele e a Tel aviv per un fitto lancio di razzi dalla Strscia.

Lo ha constatato l'Ansa sul posto. In aria si sono sentite alcune esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte dell'Iron Dome.

Scontro su Gaza, a rischio conclusioni al vertice Ue

Si riaccende lo scontro al Consiglio europeo sulle conclusioni su Gaza. Secondo fonti diplomatiche informate «pochi Paesi» al tavolo chiedono una formula più forte nelle conclusioni del vertice rispetto alle «pause umanitarie» e che si avvicini il più possibile alla richiesta di un «cessate il fuoco». Stando alle stesse fonti in mancanza di un accordo potrebbe saltare il capitolo delle conclusioni sul Medio Oriente

Esercito Israele prosegue incursioni di terra a Gaza

L'esercito israeliano sta continuando in incursioni di terra «locali» dentro la Striscia e proseguirà, aumentandole di intensità, anche nei prossimi giorni. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari.

Israele: Mosca cacci subito terroristi di Hamas

« Hamas è un'organizzazione terroristica peggiore dell'Isis. Israele condanna l'invito di rappresentanti di Hamas a Mosca», considerandolo «un atto di sostegno al terrorismo che legittima le atrocità dei terroristi di Hamas. Chiediamo al governo russo di espellere immediatamente i terroristi di Hamas» dal suo territorio. Lo scrive su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Lior Haiat.

Idf uccide vice capo intelligence di Hamas

Aerei delle Forze di Difesa israeliane guidate da informazioni accurate fornite dall'intelligence e dallo Shin Bet hanno ucciso il vice capo del dipartimento di intelligence di Hamas, Shadi Barud. Nell'ambito del suo precedente incarico di capo del dipartimento di assalto terroristico presso il quartier generale delle operazioni di Hamas, Barud, riferisce 'Tps', ha pianificato insieme a Yahya Sinwar, leader di Hamas nella Striscia di Gaza, i piani che sono stati portati avanti nell'attacco in Israele il 7 ottobre. In passato, Barud ha servito anche come comandante di battaglione nel settore di Khan Yunis ed è stato coinvolto nella pianificazione di diversi attacchi terroristici contro cittadini israeliani.

Mosca: con Hamas discusso di liberazione ostaggi russi

La Russia ha discusso in un incontro con Hamas a Mosca della liberazione degli ostaggi e dell'evacuazione dei russi dalla Striscia di Gaza. Lo ha riferito alla Tass il ministero degli Esteri russo. «Un membro dell'ufficio politico del movimento di resistenza islamico Hamas, Abu Marzuk, si trova a Mosca», ha precisato il ministero.

Delegazione di Hamas in visita a Mosca

Rappresentanti di Hamas si trovano in visita a Mosca. Lo ha confermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova, durante un briefing con i giornalisti. «Per quanto riguarda i contatti vi informeremo successivamente», ha aggiunto, citata da Ria Novosti, senza fornire altri dettagli. In precedenza una fonte della delegazione palestinese aveva detto all'agenzia stampa russa che la delegazione è guidata da Abu Marzuk, alto esponente di Hamas.

Ira di Israele: bozza risoluzione Onu "ridicola"

L'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan, parlando alla sessione speciale di emergenza dell'Assemblea Generale, si è scagliato contro la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania che dovrebbe essere votata domani, definendola «ridicola». «Gli ospedali e i civili vanno protetti solo se non sono israeliani?», ha chiesto ai membri Onu, sottolineando che «quando si legge questa bozza Hamas sembra perso per strada, è una vergogna per la vostra intelligenza, è una follia che un testo che neppure menziona Hamas venga anche solo preso in considerazione per essere votato».

 

Sirene di allarme per razzi da Gaza a Tel Aviv e centro Israele

Le sirene di allarme per razzi da Gaza sono risuonate a Tel Aviv e nella zona centrale di Israele costringendo la popolazione a correre nei rifugi. Lo ha constatato l'Ansa sul posto. In aria si è sentito l'eco di cinque esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte dell'Iron Dome.

Palestina a Onu: «Tremila bimbi uccisi da Israele, barbarie»

«Fermate le bombe e salvate vite. Le vite dei 2,3 milioni di civili a Gaza, le vite dei bambini, 3.000 bambini innocenti sono stati uccisi da Israele nelle ultime tre settimane». Lo ha detto l'ambasciatore palestinese all'Onu Ryad Mansour alla sessione speciale di emergenza dell'Assemblea Generale Onu, parlando con la voce rotta. «È questa la guerra che alcuni di voi stanno difendendo? Questa guerra può essere difesa? Questi sono crimini, sono barbarie. Fermatela per le vite che ancora possono essere salvate».

Onu: condanna ad Hamas, ma no ad attacchi a civili di Israele

«Condanno l'attacco di Hamas contro Israele, la cui brutalità è inaccettabile e non ha spazio in questo mondo. Allo stesso modo, respingo l'attacco di civili indifesi a Gaza da parte di Israele. Il diritto di difendersi non deve e non può permettere un attacco di queste proporzioni, le regole di guerra impongono che i civili devono essere protetti a tutti i costi». Lo ha detto il presidente dell'Assemblea Generale Onu, Dennis Francis, aprendo la sessione speciale di emergenza dedicata alla crisi in Medio Oriente. Il quale ha chiesto lo stop delle ostilità e «l'immediata apertura di corridoi umanitari per gli aiuti a Gaza».

Hamas: 50 ostaggi uccisi a Gaza da attacchi Israele

Il portavoce dell'ala militare di Hamas, Brigate al Qassam, Abu Obeida ha detto su Telegram che durante gli attacchi israeliani alla Striscia sono stati uccisi circa 50 ostaggi a Gaza.

Hamas: quasi 3.000 morti a Gaza sono bambini, 1.700 donne

Degli oltre 7.000 morti registrati a Gaza nell'ultimo bilancio delle vittime della guerra, «2.913 sono bambini», segnala il ministero della Sanità di Hamas, che conta anche «1.709 donne».

 

Striscia di Gaza, le autorità palestinesi: "Bombe israeliane hanno già ucciso 7mila persone"

Striscia di Gaza bombardata senza soste dal 7 ottobre per ritorsione all'attacco di Hamas che avrebbe causato oltre 1.400 morti e con 224 israeliani presi in ostaggio. Ma, nonostante la rapida mobilitazione di forze, con il richiamo di centinaia di migliaia di riservisti israeliani, e dichiarazioni secondo cui le forze israeliane sono «pronte», ad oggi non è ancora ufficialmente iniziata un'operazione di terra. Israele, che in passato ha più volte avviato operazioni contro la Striscia, può permettersi di aspettare? Data l'angoscia dell'opinione pubblica israeliana, evidenzia il Post, potrebbe non essere politicamente sostenibile. Ma la posta in gioco è alta.

Sia sul breve che sul lungo periodo. «Un'offensiva fallita a Gaza potrebbe essere un colpo troppo pesante per il morale di Israele», ha scritto su Haaretz Amos Harel. Dopo il 7 ottobre, e 1.400 morti secondo i dati israeliani, c'era chi si aspettava che Israele avrebbe avviato quasi subito un'offensiva di terra contro la Striscia. Nel frattempo si moltiplicano le richieste di cessate il fuoco per consentire la consegna di aiuti umanitari. Senza contare le valutazioni dell'opinione pubblica nella regione, anche nei Paesi in cui solo poche settimane fa il governo di Benjamin Netanyahu cercava aperture diplomatiche. 

Da Israele segnalano interrogativi 'in crescita' sull' «apparente ritardo», scrive il Post, mentre da Gaza denunciano l'uccisione di oltre 7.000 persone  nei bombardamenti israeliani. E «sia coloro che vogliono l'avvio di un'operazione di terra» nella Striscia «sia coloro che la temono sono alla ricerca di indizi». «Grazie a Dio ci sono divergenze», ha commentato con il Post Yaakov Amidror, ex generale e consigliere per la Sicurezza nazionale di Netanyahu dal 2011 al 2013, che ancora oggi 'parlerebbe' con il premier. In cima al dibattito c'è la domanda se Israele possa effettivamente raggiungere i suoi obiettivi a Gaza attraverso un'invasione di terra. Sul Financial Times, l'ex capo dell'MI6 John Sawers ha scritto che «i vertici della sicurezza israeliana sanno che l'obiettivo di distruggere Hamas è probabilmente fuori dalla loro portata» e che, anche se fosse alla loro portata, il punto di cosa verrà dopo è altrettanto pericoloso e richiede una pianificazione, da fare adesso.

Israele ha lasciato intendere che sarà un'operazione ampia, con l'obiettivo di sconfiggere in modo definitivo Hamas. Ma il gruppo, evidenzia il giornale, sembra aver anticipato la possibilità di un'offensiva di terra prima dell'attacco del 7 ottobre, quando sono state prese in ostaggio almeno 224 persone (secondo gli ultimi dati forniti stamani dalle forze israeliane). E i tunnel della Striscia di Gaza rappresentano un vantaggio importante per la difesa (di Hamas) nel contesto di 'urban warfarè che probabilmente si vedrà in un'offensiva di terra israeliana a Gaza. Israele, evidenzia il Post, ha cercato in passato di distruggere le reti di tunnel della 'dimensione sotterraneà di Gaza, ha nuove tecnologie, ma la presenza di ostaggi complica il quadro. Rende «i metodi israeliani più distruttivi difficili da accettare». Lo stesso vale per la presenza di civili palestinesi nelle zone di combattimento. E rispetto al passato l'Iran e i suoi 'proxy' rappresentano una minaccia molto più potente per il Paese. Lo scenario peggiore è un vasto conflitto regionale. La Casa Bianca ha definito piani per trasferimenti dall'area, mentre secondo il Wall Street Journal gli Usa avrebbero spinto per un rinvio di un'operazione di terra in modo da spostare più asset nella regione a difesa delle forze Usa.

Israele: "Ucciso un altro capo di Hamas"

L'esercito israeliano ha ucciso in un attacco sulla Striscia il Comandante di Hamas responsabile del lancio di razzi della zona di Kahn Younis, Hassan Al-Abdullah. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Ieri era stato ucciso il suo vice Taysir Mubasher.

Al Jazeera: "Isreale bombarda villaggio nel sud del Libano"

Le autorità libanesi vicine agli Hezbolla hanno denunciato il bombardamento da parte degli israeliani di un villaggio nel sud del paese. Forse una ritorsione dopo che dal Libano era stato lanciato un razzo verso un drone israeliano, missile comunque intercettato. La notizia è stata riportata da Al Jazeera

Altri 12 camion di aiuti umanitari entrano nella striscia dal valico di Ramah, ma ancora niente benzina

La Mezzaluna rossa palestinese ha fatto sapere di aver ricevuto oggi al valico di Rafah 12 camion di aiuti umanitari, tra cui cibo, medicine e forniture mediche, dalla sua consorella egiziana. In tutto - secondo alcune stime - sono stati finora 74 i camion di aiuti passati dal valico di Rafah dall'inizio della guerra, ma nessun rifornimento di benzina.

Razzi contro Tel Aviv intercettati dall'Iron Dome israeliano

Una salva di razzi è stata lanciata poco fa verso il centro di Israele e nella zona grande di Tel Aviv. Lo ha fatto sapere l'esercito. In aria si sono potute sentire l'eco di forti esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte dell'Iron Dome.

Incursione nel nord di Gaza, Israele: "Prepariamo fase ingresso nella Striscia"

L'incursione terrestre nel settore nord di Gaza condotta stamane da forze di fanteria e da mezzi blindati israeliani «rientra nei nostri preparativi per la prossima fase della guerra»: lo ha dichiarato il portavoce militare Daniel Hagari. Nel corso della operazione, durata alcune ore, i militari «hanno ucciso terroristi, e distrutto infrastrutture terroristiche di Hamas. Hanno disinnescato ordigni, e neutralizzato imboscate. Il tutto per preparare il terreno alle prossime fasi della guerra». Al termine della incursione le forze israeliane hanno lasciato l'area, ha concluso Hagari, «senza aver subito vittime».

Sono 224 gli ostaggi in mano ad Hamas

È salito a 224 il numero aggiornato degli ostaggi ancora in mano di Hamas a Gaza. Lo ha riferito il portavoce militare Daniel Hagari, dopo che ieri aveva menzionato un numero complessivo di 222. Hagari ha spiegato che Israele compie un vasto sforzo operativo e di intelligence per continuare ad acquisire nuove informazioni sulla loro sorte. «La loro liberazione ha per noi la massima priorità», ha ribadito.

Raid israeliano contro famiglia di attivista di Hamas: 18 morti

Almeno 18 persone sono morte e 40 sono rimaste ferite in un raid aereo israeliano mirato contro la famiglia di Yunis Al Astal, membro di Hamas, a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono all'Ansa fonti locali.

Israele continua a sgomberare cittadini che abitano nei pressi della Striscia di Gaza: già trasferiti in 200mila

Il ministero della Difesa di Israele sarebbe intenzionato a prorogare fino al 31 dicembre le misure che prevedono l'evacuazione della popolazione dalle località lungo i confini con Gaza e Libano. Lo ha riportato l'emittente Kan, in una notizia subito rilanciata dal Times of Israel, secondo cui diversi altri ministri sarebbero contrari, considerando tutto prematuro, oltre ai costi che comporterebbe per lo Stato. Circa 200mila israeliani, ricorda il Times of Israel, hanno dovuto lasciare le proprie case nel sud e nel nord di Israele a causa del conflitto con Hamas, innescato dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele, e delle tensioni con gli Hezbollah libanesi.

Moglie e due figli di giornalista di Al Jazeera uccisi dalle bombe a Gaza durante un collegamento in diretta

Wael Al-Dahdouh lo ha scoperto nel modo peggiore. Mentre era in onda su Al Jazeera proprio per raccontare gli attacchi israeliani senza sosta su Gaza, il reporter ha ricevuto la notizia che un raid ha sterminato tutta la sua famiglia: la moglie, la figlia e il figlio, morti quando è stata colpita la casa in cui si erano rifugiati.

 

Ennesime vittime di una guerra che ogni giorno accresce il suo bilancio di morti tra i civili. Wael Al-Dahdouh è il capo dell'ufficio di Al Jazeera a Gaza. Un «giornalista veterano coraggioso», ho ha definito il direttore dell'emittente araba, Mohamed Moawad, annunciando la tragedia su X. In un filmato trasmesso dal canale, Al-Dahdouh entra nell'ospedale dei martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah per vedere coi suoi occhi l'orrore dei suoi familiari uccisi. Si accovaccia sui loro corpi, accarezza il volto del figlio adolescente Mahmoud. Voleva diventare un giornalista, proprio come suo padre. «Quello che è successo è chiaro, si tratta di una serie di attacchi mirati contro bambini, donne e civili», ha detto Al-Dahdouh mentre usciva dall'ospedale, sotto shock. «Stavo giusto riferendo da Yarmouk di un attacco simile», ha continuato. «Avevamo i nostri dubbi che l'occupazione israeliana non avrebbe lasciato andare queste persone senza punirle. E purtroppo è quello che è successo. E questa sarebbe l'area 'sicurà di cui parlava l'esercito di occupazione». Alcuni membri della famiglia di Al-Dahdouh, inclusa una nipote piccola, sono sopravvissuti all'attacco alla casa in cui alloggiavano nel campo profughi di Nuseirat, a sud di Wadi Gaza. Ma in serata alcuni ancora mancavano all'appello e si cercava tra le macerie. «L'assalto indiscriminato da parte delle forze di occupazione israeliane ha provocato la tragica perdita della moglie, del figlio e della figlia di Al-Dahdouh, e il resto della sua famiglia è sepolto sotto le macerie», è il duro comunicato di Al Jazeera Media Network per l'accaduto. Sul campo, si consuma anche la disperazione dei colleghi. «È straziante riferire sulla famiglia di Wael e vedere quanto sia distrutto. Lui calma tutti. Ci parla come un fratello maggiore, non solo come un capoufficio», le parole di Youmna Elsayed, corrispondente di Al Jazeera nella Striscia. «Non ha lasciato Gaza City. È rimasto, nonostante tutte le minacce». E nonostante il rischio di morire: secondo le fonti palestinesi, oltre 20 reporter sono morti durante la nuova guerra tra Israele e Hamas. Ma Al-Dahdouh «non si è fermato per 19 giorni consecutivi», ha sottolineato la collega. «Ha detto che doveva essere qui a Gaza City, per raccontare di queste persone che vengono bombardate ogni giorno». Un dolore senza fine che oggi, suo malgrado, ha conosciuto sulla sua pelle.

Veti incrociati all'Onu: l'assemblea generale annuncia nuove riunioni

Ancora in stallo la situazione all'Onu: le grandi potenze esercitano il dirito di veto e bocciano le risoluzioni. Il presidente dell'Assemblea Generale, Dennis Francis, ha convocato una sessione speciale di emergenza sulla situazione in Medio Oriente. La riunione è in programma alle 10 di New York. La sessione prenderà in esame una bozza di risoluzione della Giordania e proseguirà venerdì. Si sono iscritte a parlare le delegazioni di decine di Paesi. Se adottate, le risoluzioni dell'Assemblea Generale hanno peso morale ma non sono vincolanti come quelle del Consiglio di Sicurezza.

Raid israeliano nel nord della Striscia

Le forze israeliane (Idf) confermano di aver effettuato un'incursione «mirata» nel nord della Striscia di Gaza con unità della fanteria e tank che hanno lasciato la zona dopo il blitz e sono «rientrati in territorio israeliano». Tramite il social X hanno fatto sapere di aver colpito «numerose cellule terroristiche, infrastrutture e postazione utilizzate per il lancio di missili anticarro». L'operazione, precisano, rientra nelle attività di «preparazione» della zona di confine per «le prossime fasi di combattimento» dopo il terribile attacco del 7 ottobre in Israele di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza.

di Mauro Evangelisti

Di certo non ci sarà l’effetto sorpresa: l’attacco via terra dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza per stanare Hamas è ormai atteso da venti giorni.

Anche ieri sera il primo ministro israeliano Netanyahu ha parlato alla nazione per ribadire: siamo pronti. Le sue parole: «Israele si sta preparando per l’invasione di terra a Gaza ma non è possibile dare altri dettagli. Il momento dell’operazione è stato deciso all’unanimità dal gabinetto di guerra e dal capo di stato maggiore. Elimineremo Hamas e libereremo gli ostaggi. Tutti gli esponenti di Hamas sono morti che camminano». Sulle responsabilità del massacro del 7 ottobre che ha colto il Paese di sorpresa: «Tutti dovranno dare delle risposte. Anche io. Fisseremo dei giorni di lutto ufficiale in tutto il Paese». Questo è un punto cruciale del discorso del primo ministro israeliano che in queste ore deve ricompattare una nazione sempre più divisa, con fibrillazioni che scuotono anche il suo governo. La sua popolarità è ai minimi storici.

 

Gli israeliani rimproverano a Netanyahu, che ha costruito il consenso proprio sul tema della sicurezza, di avere drammaticamente fallito: Israele è stato colto di sorpresa dagli assalti di Hamas del 7 ottobre. Ora dice agli israeliani: la fase della ricerca di cosa non ha funzionato e di chi ha sbagliato arriverà successivamente e anche io sono pronto a pagare, ma ora dobbiamo solo pensare a salvare Israele perché dall’esito di questa guerra dipende l’esistenza stessa del nostro Paese. Questo il messaggio. Non a caso una delle voci più critiche tra i media israeliani, Haaretz, ieri sera ha commentato: «Netanyahu, che non si è ancora assunto la responsabilità del fallimento militare e governativo che ha preceduto l’attacco mortale di Hamas del 7 ottobre, ha detto che “tutti dovranno rispondere, compreso me, ma ciò avverrà solo dopo la guerra”».


ASSEDIO
Le truppe e i mezzi blindati sono ammassati al confine, ma ciclicamente escono indiscrezioni sui media americani che spiegano come la Casa Bianca inviti a frenare con motivazioni ogni volta aggiuntive (anche se Biden ha dichiarato di non avere mai chiesto di rinviare l’invasione).

Ieri è toccato al Wall Street Journal: Washington avrebbe suggerito a Netanyahu di dare tempo agli Usa di schierare nuovi missili per la difesa delle truppe americane in tutta l’area medio orientale. Saranno inviati due sistemi Iran Dome. L’Occidente sta sostenendo in modo compatto Israele, ma ci sono spinte da più parti perché Netanyahu non fermi gli aiuti umanitari. L’Unione europea, secondo il portavoce della Commissione per gli Affari esteri, Peter Stano, non chiederà il cessate il fuoco visto che - e questo è innegabile - Hamas continua a lanciare razzi da Gaza. Varie però le sfumature. Macron: «Sarebbe un errore se Israele lanciasse un massiccio attacco di terra». Biden ha fissato alcuni paletti: «Israele ha il diritto di difendersi in conformità con le leggi di guerra. Hamas però non rappresenta i palestinesi. E devono cessare gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania». Nella Striscia le condizioni della popolazione peggiorano di giorno in giorno. Idf (l’esercito israeliano) ripete che non consentirà forniture di carburante perché viene requisito da Hamas. Ma le Nazioni Unite, in particolare l’Unrwa (agenzia per i rifugiati palestinesi) che opera dentro Gaza, denuncia: «Se il carburante non entra, saremo costretti a ridurre significativamente e in alcuni casi a fermare le operazioni umanitarie». Si bloccano molti ospedali.

Drammatica la situazione dell’acqua: sono fermi gli impianti di desalinizzazione e di pompaggio, molte persone sono costrette a bere l’acqua salata del mare. Ma l’appello dell’Unrwa rischia di restare inascoltato, visto che il livello di tensione tra le Nazioni Unite e Israele è altissimo. L’altro giorno gli israeliani hanno chiesto le dimissioni del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che parlando al Consiglio di sicurezza aveva condannato le azioni terroristiche, ma aveva aggiunto «gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione». Guterres ieri ha replicato a Israele: «Sono scioccato dal travisamento di alcune mie dichiarazioni, come se io stessi giustificando gli atti di terrorismo di Hamas. Questo è falso, era proprio il contrario». Molti Paesi sono intervenuti in sua difesa, dalla Spagna alla Germania, dalla Colombia a quelli della Lega araba. Israele insiste. L’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan: «Guterres ancora una volta distorce e stravolge la realtà, si deve dimettere».
 

Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 07:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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